L’uomo che qualche giorno fa nella zona di San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) ha sparato all’orsa Amarena uccidendola è indagato dalla procura di Avezzano con l’ipotesi di reato di uccisione di animale per crudeltà o senza necessità. Il 56enne decide però di sfogarsi rilasciando alcune dichiarazioni all’Ansa. A.L., queste le iniziali del suo nome, ricostruisce quanto accaduto secondo lui e rivela anche che lui e la sua famiglia stanno ricevendo innumerevoli minacce di morte.
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Il killer dell’orsa Amarena denuncia minacce di morte
“Sono tre giorni che non dormo e non mangio. – sbotta l’uomo che ha sparato all’orsa Amarena – Non vivo più, ricevo in continuazione telefonate e minacce di morte, messaggi. Hanno perfino chiamato mia madre 85enne. Tutta la mia famiglia è sotto una gogna”, rivela preoccupato lo sparatore di San Benedetto dei Marsi.
“Ci devi passare per capire quello che sto provando ora. – aggiunge l’uomo che ha sparato all’orsa Amarena – Ho sbagliato. L’ho capito subito dopo aver esploso il colpo. I carabinieri li ho chiamati io. È successo qui. – Prosegue il suo racconto raggiungendo il pollaio dove ha sparato ad Amarena – In uno spazio piccolissimo io mi ero appostato per vedere chi fosse. Mi sono trovato all’improvviso quest’orso e ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo”.
A difendere il killer dell’orsa Amarena ci pensa anche la moglie. “Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo. – si lamenta la donna dopo le minacce di morte ricevute – C’è la Procura che indaga. Sono loro i titolati a farlo, a giudicare. Noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente. Ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?”, conclude.
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