Alessandro Orsini nuovamente ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena. Il professore della Luiss è sempre nell’occhio del ciclone a causa delle sue posizioni scomode sulla guerra in Ucraina. Anche se nelle ultime settimane il suo successo mediatico sembra essersi appannato, Orsini non molla e continua a puntare il dito sugli Stati Uniti, responsabili secondo lui di voler proseguire la guerra in Ucraina.
“L’Italia è un Paese satellite degli Stati Uniti, e l’incontro tra Biden e Draghi ne è la prova. – spara subito a zero Orsini – Sono gli Stati Uniti che vogliono fare la guerra. L’ha scritto anche il New York Times. Non è l’Europa a volerla, ma gli Usa. Il Times lascia intendere che le politiche di Joe Biden porteranno alla devastazione dell’Ucraina”, attacca il professore.
“C’è una grande ipocrisia da parte dei paesi europei. – prosegue Alessandro Orsini – Se Mario Draghi implementa le politiche americane è chiaro che non avrai mai una leadership europea, se non aiuti Macron lui non potrà mai fare nulla. Se l’Italia non si sgancia dalle politiche della Casa Bianca che cosa può fare Macron da solo? Io dico che l’Italia è una pedina fondamentale. Se fosse l’Italia a sganciarsi e a rifiutare di inviare armi pesanti verrebbero tutti dietro a noi. In primis la Germania, che sta cercando solo l’occasione. Poi la Spagna, non ne parliamo nemmeno, ma la Francia anche”, questa la sua proposta.
Poi, incalzato da Giletti, Orsini torna anche sul suo possibile futuro in politica, ribadendo però che “il mio ingresso in Parlamento sarebbe un’afflizione per me profondissima. Perché mi impedirebbe di studiare per cinque anni. Siccome il senso della mia vita è studiare, il mio ingresso in Parlamento è semplicemente inimmaginabile. Io sono uno studioso e mi limito ai fatti. I fatti sono che ho detto delle cose il 24 febbraio e dopo 60 giorni hanno iniziato a dirle anche Salvini e Conte”, conclude.
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