“Green Book” di Peter Farrelly vince l’Oscar 2019 e porta a casa la satuetta più importante. È la storia dell’amicizia tra un virtuoso del piano afroamericano e un italoamericano che supera i suoi pregiudizi. “Abbiamo fatto questo film con amore, tenerezza e rispetto”, ha detto il produttore, mentre il regista ha chiarito: “Questo è un film sull’amore che supera le differenze”. In un’edizione contraddistinta dalla maggiore diversità, con un’ondata di nomination per storie e protagonisti afroamericani, vince un film che racconta la storia vera dell’incontro fra due uomini che più diversi non potrebbero essere.
Il film ha vinto anche la miglior sceneggiatura e il miglior attore non protagonista. È stato un colpo di scena di fine cerimonia, visto che il favorito era “Roma” di Alfonso Cuarón che però si è aggiudicato tre statuette, tutte e tre importanti.
Alfonso Cuarón e il suo “Roma” portano a casa tre Oscar: fotografia, regia e miglior film non in lingua inglese. Il regista ha dovuto mettersi dietro la macchina da presa al posto del suo grande amico Emmanuel Lubezki detto Chivo. “Billy Wilder aveva un cartello che diceva ‘falla alla maniera di Lubitsch, io invece ho fatto tutto pensando a Chivo”. Salendo sul palco dopo l’Oscar come miglior film non in lingua inglese aveva detto: “Sono cresciuto vedendo film stranieri come Quarto potere, Il padrino, Lo squalo. Facciamo tutti parte dello stesso oceano, della stessa emozione. Voglio ringraziare il Messico e la mia famiglia”.
Il regista messicano era stato introdotto da Javier Bardem e Angela Bassett con Bardem che in spagnolo aveva detto: “Non ci sono muri che possono contenere il talento”. Ritirando invece l’Oscar per la miglior regia: “Voglio ringraziare per aver riconosciuto un film che racconta la storia di una donna che come milioni di lavoratrici nel mondo che lavorano senza diritti”.
“Bohemian Rhapsody” ha vinto quattro Academy Award e ha visto trionfare Rami Malek nel ruolo di Freddie Mercury che “ha lottato con la sua identità, abbiamo fatto un film su un gay e immigrato e lo abbiamo celebrato. Questa è la prova che amiamo questa storia. Io sono egiziano, la mia è la prima generazione nata qui in America”. Anche il premio per il miglior attore non protagonista è andato ad un attore afroamericano, Mahersala Ali che si è portato a casa il secondo Oscar a due anni da Moonlight.
Dopo quarant’anni di cinema finalmente Spike Lee ha vinto il suo primo Oscar competitivo, per la sceneggiatura di BlacKkKlansman, tre anni dopo quello onorario. Spike Lee ha infiammato la platea degli Oscar con un discorso politico, ricordando la storia di schiavitù e genocidio degli Stati Uniti e dicendo: “Le elezioni 2020 sono dietro l’angolo, ricordiamocelo, possiamo fare una scelta di amore e non di odio”. Spike Lee ha ringraziato la nonna “che era stata una schiava. Rendo omaggio a lei e ai nostri antenati, grazie al loro sacrificio siamo qui, grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi”.
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