Stanziare fondi per salvare il mare
Ci hanno provato le associazioni ambientaliste, ci hanno provato anche i volontari della domenica: ma la verità è che oggi per salvare il mare dall’inquinamento da plastica serve molto di più della semplice buona volontà. Per questo, durante la conferenza Our Ocean tenutasi a Malta, la Commissione Europea, promotrice di questa importante iniziativa, ha definito il proprio contributo per quello che probabilmente sarà il più grande progetto di salvaguardia delle acque dei mari e degli oceani.
Invitati di eccellenza, come Ministri degli Affari Esteri, scienziati, imprenditori e molte altre importanti figure, hanno partecipato lo scorso ottobre all’incontro a Malta, per definire dei punti specifici a favore della salute delle acque salate. Si tratta di un progetto di grande respiro, che prevede lo stanziamento di un totale di 6 miliardi di euro, dei quali 550 milioni subito. Si spera, naturalmente, che tutti questi soldi vengano realmente spesi per la corretta gestione e sostenibilità del mare.
Una buona governance degli oceani
L’inquinamento da plastica è diventato un problema di grande impatto non solo per le spiagge e, quindi, per il turismo, ma soprattutto per l’equilibrio della vita marina. Per questo motivo l’Unione Europea ha definito la nuova buona governance dei mari e degli oceani. Questa, prevede la pulizia dalle fonti inquinanti, la pianificazione della pesca, in modo che sia sempre sostenibile, e dello spazio marino come fonte di vita, risorsa energetica e molto altro.
E infatti il progetto Our Ocean non prevede solo il risanamento delle acque dall’inquinamento da plastica: esso, infatti, oltre a parlare di inquinamento tocca anche altre tematiche, come la sicurezza in mare, le aree protette o da proteggere, la sostenibilità. Un modo per ridare vita al mare e, naturalmente, a tutta la flora e la fauna che, proprio nel mare, vive. Probabilmente, infatti, non tutti sanno che la quantità di plastica che viene riversata regolarmente nei mari e negli oceani è impressionante. Non si tratta solo di bottiglie in PET lasciate dai bagnanti in spiaggia, ma di scarichi a mare, spesso illegali, provenienti da aree portuali, da navi o da intere città.
La Commissione Europea e il mare
Our Ocean ha visto la partecipazione di un gran numero di operatori che vivono a stretto contatto con il mare. Proprio grazie alle loro conoscenze, esperienze e competenze, la campagna sui rifiuti marini dovrebbe riuscire a ottenere lo scopo che si prefigge, ossia evitare che tonnellate di rifiuti di plastica vengano gettati in mare e, allo stesso tempo, cercare di ripulire da quanto purtroppo già riversato. Le stime dei tecnici del settore parlano di dati molto preoccupanti: ogni anno verrebbero rilasciati in mare oltre 10 milioni di tonnellate di plastica. Inutile sottolineare le catastrofiche conseguenze che questo sversamento può portare.
Oltre all’aspetto prettamente pratico e tecnico, fatto di lavoro e progettazione da parte di esperti del settore, Our Ocean punterà anche su un’importante campagna di sensibilizzazione. Sarà infatti lanciato un vero e proprio appello che permetterà a tutti i cittadini della Comunità Europea di essere coinvolti nella lotta contro l’inquinamento da plastica che affligge i mari e gli oceani. Verranno pertanto realizzati progetti per le scuole, per coinvolgere i bambini e le famiglie effettuando un lavoro di comunicazione continuo e mirato, per informare sull’importanza del corretto smistamento della plastica, e di come essa crei danni irreparabili quando buttata in mare.