Salvatore Cimmino, 57 anni e una gamba amputata in gioventù, è giunto a metà del percorso del Giro d’Italia a nuoto e si appresta a compiere la tappa più faticosa: i 54 chilometri di mare aperto che separano Palermo da Ustica. Entrato in acqua ad inizio maggio al confine con la Francia, la sua vera impresa parte forse da più lontano. Quando aveva appena 15 anni è stato colpito da una forma particolarmente aggressiva di osteosarcoma, che ha implicato inevitabilmente l’amputazione della gamba destra a metà del femore. “Alla fine del 2005 ho scoperto, per ragioni fisioterapiche, che sapevo nuotare. Le protesi dell’epoca erano molto diverse da quelle attuali e il loro utilizzo, nel corso degli anni, aveva finito per danneggiare la mia colonna vertebrale: senza aiuto, non riuscivo nemmeno più ad alzarmi dal letto”, h raccontato Cimmino. Oggi la sua battaglia è dedicata a tutte quelle persone che come lui ogni giorno affrontano la disabilità. Ecco perché, con l’obiettivo di sensibilizzare la società sui diritti di chi è spesso trattato da invisibile, Salvatore è determinato a concludere questo particolarissimo giro d’Italia a nuoto.
I sacrifici per riconquistare l’indipendenza per Salvatore si concretizzano in piscina: senza protesi, sospeso e libero nei movimenti, il campione di nuoto acquista gradualmente confidenza con l’ambiente acquatico. L’incontro con un istruttore delle Fiamme Oro, colpito dalla sua determinazione, è stata la svolta decisiva: nell’estate del 2007 Cimmino compie un primo giro d’Italia a nuoto, riscuotendo uno straordinario riscontro mediatico, sportivo e sociale. “In quel momento ho realizzato che ciò che fino ad allora avevo vissuto come un bisogno personale era in realtà estremamente diffuso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono quasi un miliardo le persone che convivono con una qualche forma di disabilità nel mondo. E in futuro il numero è destinato a crescere”. Così Salvatore è diventato il portabandiera dei diritti delle persone con disabilità in numerose competizioni natatorie di tutto il mondo. (Continua a leggere dopo la foto)
La tappa siciliana di questo giro d’Italia a nuoto coincide con le “30 miglia per Ustica”, parte degli Ustica Blue Days: una tre giorni di eventi e dialoghi per portare nel cuore del Mediterraneo il tema della sostenibilità “aumentata” intesa non solo in un’accezione ambientale, ma come concetto più ampio di inclusività e valorizzazione della diversità. Lo sport diventa uno dei pilastri della manifestazione e rappresenta uno dei linguaggi più immediati e potenti per veicolare la sostenibilità nei diritti. “Ancora oggi il disabile viene considerato come un malato permanente quando invece la sua indipendenza rappresenta un valore aggiunto per l’intera società. Un esempio? Messo in condizione di lavorare, il disabile produce reddito invece che percepire un assegno di invalidità. Il guadagno non è solamente di natura economica ma anche in termini di dignità umana”, ha sottolineato Cimmino. (Continua a leggere dopo la foto)
“Se precludo a una persona la possibilità di andare al cinema oppure al ristorante, probabilmente la disabilità risiede nella società e non nell’individuo – ha sottolineato il campione -. Dovrebbe essere nell’interesse di tutti cercare di renderla normodotata”.
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