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Pamela Mastropietro, lo sfogo della mamma: “Così lo fate anche a me”

Alessandra Verni è un fiume in piena. La mamma di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa e fatta a pezzi nel 2018 a Macerata dal nigeriano Innocent Oseghale, non accetta la possibilità che l’aguzzino della sua bambina possa usufruire di uno sconto di pena rispetto all’ergastolo a cui è già stato condannato in secondo grado. Oseghale, infatti, è attualmente a processo anche per violenza sessuale nei confronti di Pamela. Ma, se dovesse essere riconosciuto innocente, potrebbe veder ridotta la sua pena a 30 anni di carcere. La Verni l’altro giorno era anche presente nell’aula di tribunale dove si sta svolgendo il processo. Ha guardato negli occhi l’assassino e lo ha anche sfidato. Ora si sfoga con una lunga intervista a Repubblica.
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La mamma di Pamela Mastropietro si sfoga durante un'intervista a Repubblica
La mamma di Pamela Mastropietro si sfoga durante un’intervista a Repubblica

Il racconto della mamma di Pamela Mastropietro

“Pamela è stata uccisa a 18 anni da un demone e dai suoi complici, fatta a pezzi e nascosta dentro una valigia. – racconta la mamma di Pamela Mastropietro durante l’intervista a Repubblica – Impressionanti, vero (le foto di mia figlia morta, ndr)? Pensi a cosa significa per me vivere ogni giorno con queste immagini nella testa e sapere che quel mostro potrebbe tornare libero. Se non riconoscono la violenza sessuale quel demone può beneficiare di una condanna a 30 anni. E, cosa peggiore, potrebbe tornare libero in anticipo con sconti di pena. Non voglio che il mostro faccia male a altre donne, deve restare in carcere per tutti i giorni della sua vita”.

“Sono stata costretta da uno Stato che mette in dubbio che Pamela sia stata stuprata. – prosegue Alessandra Verni – Indossare quella maglietta e mostrarla al mondo intero è stata dura. Anch’io mi sono sentita violentata. Non mi interessano le critiche di chi ha giudicato le foto troppo morbose, soprattutto dopo cinque anni in attesa di una giustizia che non arriva. Quando la Cassazione ha chiesto un nuovo processo sulla base di ‘un vizio sul consenso’, ho ripensato al corpo straziato di Pamela e al sogno in cui lei mi ripeteva ‘Mamma non pensare al corpo, io sono viva’. È stato in quel momento che ho trovato la forza e ho deciso che tutti dovevano vedere e rendersi conto di quell’orrore. Sono pronta a altri gesti estremi per mia figlia”.

L’intervista a Repubblica

Pamela Mastropietro non è stata uccisa da un solo uomo, ne sono certa. – sottolinea la mamma – Sul suo corpo e sui trolley sono stati trovati almeno altri due Dna. Perché le indagini si sono fermate? La morte di mia figlia non si può liquidare così. Giustizia? Non sono per niente soddisfatta fino ad ora. Hanno rimesso tutto in discussione dopo due gradi di giudizio. Sono una mamma alla quale hanno massacrato una figlia. Appena si è avvicinato in tribunale l’ho sentito dire ‘Basta oppressione giudiziaria’. È montata la rabbia. Gli ho detto di guardarmi in faccia e di ripeterlo. Lui ha iniziato a farfugliare qualcosa in un inglese incomprensibile. Ma lui parla benissimo italiano, non si voleva far capire da me”.

“Non c’era un percorso per mia figlia, lo psichiatra lo vedeva una volta a settimana. – ricorda la donna nel corso dell’intervista a Repubblica – Lei non mi ha confidato alcun malessere per non darmi pensieri. Ma se è scappata è perché stava male. Nella sua stanza c’è tutto il suo mondo che condivideva con me. Spesso indosso alcuni suoi vestiti e anche l’accappatoio. Sento il suo profumo. Lei mi manda alcuni segni. Il giorno prima dell’ultima udienza mentre insaponavo i piatti sul lavandino si è formato un cuore. Io so che è lei che mi sta vicino”, conclude.
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