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“Una pletora di miserabili”. Dalla Taverna parole di fuoco ai dissidenti 5 Stelle

Parole durissime quelle pronunciate da Paola Taverna contro i dissidenti del Movimento Cinque Stelle. Un attacco frontale arrivato dalla pagina web del vicepresidente del Senato e che ha fatto già discutere parecchio l’universo social pentastellato: “Ho imparato, grazie all’istinto di sopravvivenza, ad ignorare sistematicamente i commenti di coloro che, in maniera riservata, ho archiviato nei miei pensieri come la ‘pletora dei miserabili’. Non dimentico mai il percorso che mi permette oggi di essere Vicepresidente del Senato, autorevole esponente del Movimento 5 Stelle e semplice portavoce davanti ai cittadini ed ai nostri iscritti”.

“Non dimentico mai – prosegue la Taverna – l’enorme responsabilità che il 4 marzo i cittadini italiani hanno riposto nelle mani del MIO movimento ed in quelle di Luigi, in qualità di capo politico, liberamente votato dai nostri iscritti. Non dimentico i valori fondanti del gruppo del quale mi fregio di fare parte, né le regole che noi tutti abbiamo accettato all’atto della candidatura, sia nella scorsa che nell’ultima tornata elettorale”.“Tra di esse vi è una regola aurea per il Movimento e che ciò nonostante vedo sempre più disattesa, secondo la logica del ‘prima voglio essere eletto, quindi accetto tutto. Sono stato eletto, quindi da adesso faccio i cazzi miei’. Si tratta della regola della maggioranza: le decisioni si assumono a maggioranza. Se non le approvi vuol dire che non ti riconosci più nella linea del M5s. Quindi non ti resta che dimetterti e andare a casa. Si, ti dimetti e vai a casa!”.“Questo è quanto mi sono permessa di ricordare in assemblea, senza riferirmi a nessuno in particolare ma solo a memoria di quello che TUTTI abbiamo liberamente accettato quando ci siamo candidati. Perché alcuni la memoria ce l’hanno ad intermittenza: ‘questo mi fa comodo e lo tengo bene a mente, quest’altro non mi piace e allora faccio finta di averlo dimenticato’. Certo, se rispettare le regole implica dover lasciare la poltrona, gli sghei ed il ruolo – che solo un Movimento democratico e senza verticismi ti ha permesso di avere – beh, allora è meglio far finta che non esistano (le regole)”.

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