Secondo l’Istat negli ultimi 12 anni si è passati da un picco relativo di 577 mila nati agli attuali 404 mila, il 30% in meno.
La pandemia, ora, ha contratto ulteriormente i dati. Per questo Papa Francesco e il Presidente del Consiglio Mario Draghi oggi aprono – in presenza – la prima edizione degli Stati generali della natalità, presso il Foyer dell’Auditorium della Conciliazione a Roma. “La consapevolezza dell’importanza di avere figli è un prodotto del miglioramento della condizione della donna, e non antitetico alla sua emancipazione. Lo Stato deve dunque accompagnare questa nuova consapevolezza. Continuare ad investire sul miglioramento delle condizioni femminili. E mettere la società – donne e uomini – in grado di avere figli”. Lo dice il premier Mario Draghi agli Stati generali della natalità. (Continua a leggere dopo la foto)
“Finalmente – ha detto il papa – in Italia si è deciso di trasformare in legge un assegno, definito unico e universale, per ogni figlio che nasce. Esprimo apprezzamento alle autorità e auspico che questo assegno venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo, e segni l’avvio di riforme sociali che mettano al centro i figli e le famiglie. Se le famiglie non sono al centro del presente, non ci sarà futuro; ma se le famiglie ripartono, tutto riparte”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Penso con tristezza – ha aggiunto il Papa – alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo!”.
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