A sole due settimane dal summit che avrà luogo in Vaticano dedicato agli abusi su minori da parte dei preti, Francesco nella conferenza stampa tenuta sul volo della Etihad che da Abu Dhabi lo riporta a Roma ammette che il tema sollevato una settimana fa dall’inserto femminile dell’Osservatore Romano circa le suore abusate anch’esse da preti è reale. L’ammissione è che gli abusi sulle suore da parte di chierici ci sono e “ci stiamo lavorando”, anche se occorre fare di più.
È densa di contenuti la conversazione di 45 minuti del papa con i giornalisti. Tema esplosivo quello degli abusi sessuali a danno delle suore, che sono “un problema” nella Chiesa, su cui già si interviene, sospendendo i colpevoli, ma su cui “bisogna fare di più, anche sciogliendo congregazioni religiose in cui è entrata la corruzione, anche sessuale”.
“È da tempo che stiamo lavorano a questo – dice il Papa -. Abbiamo sospeso qualche chierico, mandato via altri. È vero – prosegue – Si deve fare qualcosa di più? Sì. C’è la volontà? Sì. Ma è un cammino che viene dal passato”. Il Papa ricorda che “Benedetto XVI ha avuto il coraggio di sciogliere una congregazione femminile, perché c’era entrata la schiavitù delle donne, schiavitù persino sessuale da parte dei chierici e del fondatore. Tante volte il fondatore toglie libertà alle suore, svuota di libertà le suore”.
“Io voglio andare avanti – ha insistito -. Ci sono casi, in alcune congregazioni nuove, e in alcune regioni più delle altre. Stiamo lavorando”. Interpellato sul Venezuela, Francesco spiega di non aver “ancora letto” la lettera inviatagli da Nicolas Maduro: “Vedremo cosa si può fare“.
Ma premette che “una mediazione” della Santa Sede, che è solo “l’ultimo passo delle cose che si possono fare, ce ne sono altre prima”, potrà esserci “soltanto se ambedue le parti la chiedono. Questa è la condizione necessaria”. Legati al viaggio appena concluso negli Emirati Arabi Uniti gli altri argomenti trattati. “Ho trovato buona volontà di avviare processi di pace, col comune denominatore delle varie situazioni belliche”, risponde sulle reazioni avute al suo appello per la pacificazione e l’emergenza umanitaria in Yemen.
“Sul problema delle guerre – dice – è difficile dare un’opinione dopo due giorni, avendo parlato dell’argomento, ma con poche persone. Ho trovato buona volontà nell’avviare processi di pace. Per me c’è un solo pericolo in questo momento: la distruzione, la guerra, l’odio fra noi. E se noi credenti non siamo capaci di abbracciarci, baciarci, darci la mano e pregare, la nostra fede sarà sconfitta”, avverte.
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