“Certo di intepretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. Lo ha detto papa Francesco al Regina Caeli, applaudito dai fedeli riuniti in Piazza San Pietro.
in precedenza anche cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario particolare di Giovanni Paolo II, aveva definito “ignobili insinuazioni” le accuse mosse da Pietro Orlandi nei confronti del defunto Pontefice polacco riguardo alla scomparsa di sua sorella Emanuela Orlandi nel 1983. In una nota ufficiale, il cardinale Dziwisz aveva espresso la speranza che la verità sulla “angosciante vicenda” della scomparsa di Emanuela Orlandi emergesse finalmente dalle false piste, dalle mitomanie e dagli opportunismi, e aveva auspicato che il sistema giuridico italiano proteggesse la “buona fama” di Giovanni Paolo II.
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, era stato ascoltato per quasi otto ore dal promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, il quale avreva assicurato la volontà di papa Francesco di fare chiarezza su questo mistero irrisolto da quarant’anni. Pietro Orlandi aveva anche partecipato a una trasmissione televisiva in cui ha riferito le dichiarazioni di un presunto criminale – un audio appena depositato all’ufficio del procuratore vaticano – che accusava Giovanni Paolo II di comportamenti inappropriati, affermando che il Pontefice polacco “usciva ogni tanto la sera con due monsignori polacchi” e “non andava certo a benedire le case”.
Il cardinale Dziwisz ha definito queste accuse come “farneticanti” e “false dall’inizio alla fine”, sottolineando che sono irrealistiche e addirittura risibili se non fossero tragiche e addirittura criminali. Ha ricordato che il vero crimine è quello commesso ai danni di Emanuela e della sua famiglia, e ha condannato l’uso di false accuse volte a screditare preventivamente persone e istituzioni rispettabili. Come segretario particolare di Giovanni Paolo II, il cardinale Dziwisz ha testimoniato che il Santo Padre si è sempre impegnato per risolvere il caso di Emanuela Orlandi e ha manifestato affetto, vicinanza e aiuto alla sua famiglia in vari modi. Ha sottolineato la necessità di rispetto per il dolore incolmabile di una famiglia che da 40 anni non ha notizie di una propria figlia, e ha auspicato correttezza da parte di tutti gli attori coinvolti, mentre il sistema giuridico italiano dovrebbe vigilare sul diritto alla buona fama di chi non è più presente, ma veglia dall’alto e intercede.