In Vaticano è notte fonda. Non si ferma la bufera e il papa è sempre più determinato nella sua battaglia. La caduta del cardinal Becciu è solo l’ultimo tassello dell’indagine sui fondi della Santa Sede: insieme a lui altri sei verso il processo. La svolta è arrivata dopo l’arresto del broker Torzi: il cardinale si rivolse a lui quando era già nella black list delle banche europee. E intanto nuove accuse arrivano dalle colonne di Domani che svela una pericolosa triangolazione tra il cardinale Becciu, il birrificio dei suoi fratelli e il petroliere angolano Antonio Mosquito. Domani rivela che, prima di licenziare Becciu, Papa Francesco gli ha fatto notare che “dietro il birrificio Angel’s c’è il petroliere Antonio Mosquito. Ha finanziato i tuoi parenti con 1.5 milioni di euro. Mosquito è un tuo amico, nel 2013 hai tentato di investire nelle sue società petrolifere 250 milioni di dollari della Santa Sede. Ecco questo non va bene”.
Mosquito, infatti, non è un imprenditore qualunque ma è il proprietario della Falcon Oil a cui Becciu aveva deciso di girare 250 milioni di euro affinché la Segreteria di Stato potesse investire in una piattaforma petrolifera proprio al largo dell’Angola. Becciu, infatti, conosceva bene Mosquito. Era stato nunzio nel Paese africano e con il finanziere aveva stretto un rapporto di fiducia. L’affare, però, è saltato a pochi passi dal traguardo. E i 250 milioni sono stati poi dirottati (tramite l’Athena) nella compravendita del palazzo londinese di Sloane Avenue che ha dato il via all’inchiesta che sta facendo traballare il Vaticano.
Mario, fratello di Angelo Becciu e proprietario del birrificio Angel’s, rivela di aver conosciuto Mosquito in un viaggio in Angola e che i rapporti tra i due si sarebbero intensificati senza la mediazione del cardinale. A questo punto saranno gli investigatori a dover capire se sia tutto legittimo o ci sia qualcosa di poco chiaro. Ma oltre Becciu ora sono anche altri 6 sotto inchiesta. Sono accusati, a vano titolo, di peculato, abuso di autorità e corruzione. E presto finiranno a processo. Il Vaticano ha deciso di accelerare nel procedimento sulla gestione del fondi dell’Obolo dl San Pietro che parte dall’acquisto spregiudicato di un palazzo nel centro di Londra, con un investimento di circa 300 milioni.
Chi conosce il dossier parla di “fatti purtroppo chiari e assai documentati”. Anche se ancora molto può arrivare dagli accertamenti della Guardia di finanza italiana e dallo sviluppo di alcune indagini tecniche. “Gesù – ha detto ieri papa Francesco nel corso dell’Angelus senza fare mai riferimento diretto alla vicenda Becciu ma richiamando forse non a caso questa lettura del Vangelo – era sempre con i peccatori, con i malfattori pure, e loro si sentivano vicini a Gesù, non si sentivano giudicati. Ma Gesù mai ha detto una menzogna, una bugia… A volte – ha continuato il papa – qualcuno può scivolare un po’, ma le menzogne non hanno a che fare con la vita di un cristiano”.
Ti potrebbe interessare anche: Fondi Lega, spuntano due ville in Sardegna intestate alla società di Barachetti