“Spero che tutti gli uomini simili brucino all’inferno. Non avrei mai neanche immaginato di portare via la vita ad una persona, ma preferisco portarla via a quel coglione prima che lui porti via l’unica ragione della mia vita, cioè mia madre. Chi troverà questo scritto capirà, o io sarò morta, o sarà morto lui”. Frasi terribili, agghiaccianti. Che fotografano alla perfezione il dramma di Makka, la ragazza di 17 anni che nelle scorse ore ha ucciso il padre per difendere sé stessa e la madre dalle sue violenze. Il gesto estremo è arrivato dopo l’ennesima lite che rischiava di degenerare in una vera e propria aggressione, in quella palazzina di Nizza Monferrato (Asti) già teatro tante volte in passato di altri orrori.
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Il diario di Makka
In un piccolo manoscritto di quattro pagine, ritrovato dai carabinieri, era stata la stessa ragazza ad annunciare quanto sarebbe accaduto di lì a poco, consapevole che non ci fosse alternativa. Pagine di sfoghi pesanti, quasi un testamento. Makka, nata a Grozny e cresciuta in Italia, è musulmana osservante ed è la più grande di quattro fratelli, due femmine e due maschi. Ha colpito il padre con un coltello due volte, alla schiena e all’addome. Ferite che si sono rivelate poi fatali.
Davanti ai carabinieri, Makka ha confessato subito l’accaduto, dicendosi poi pentita e affranta. Ha pianto tante volte, anche di fronte al giudice che ha scelto di risparmiarle il carcere, affidandola a una comunità protetta dove potrà trascorrere gli arresti domiciliari, in attesa della conclusione delle indagini. La ragazza rischia una condanna per omicidio, ma il suo è un caso che sta già facendo discutere. Soprattutto alla luce di quelle frasi terribili riferite al padre: “A volte prende mia madre la trascina di fronte ai miei fratelli maschi e insegna loro come si tratta una donna. Quando la vostra moglie vi risponderà o si comporterà male dovrete prenderla così, come fa papà”. Vere e proprie lezioni di odio. Di fronte alle quali, alla fine, Makka ha detto basta.