papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica 11 ottobre 2020 ha lanciato un appello e un pensiero che ha subito fatto il giro del mondo. “Preghiamo perché i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzioni di responsabilità della Chiesa”, ha detto. “Nessuno di noi è stato battezzato prete, né vescovo – ha osservato il papa – siamo stati tutti battezzati come laici, laici e laiche. Sono protagonisti della Chiesa”. Un appello, dunque, per le donne e alla necessità della loro integrazione nel mondo religioso dove vengono prese le “decisioni importanti”.
“Oggi – ha proseguito papa Francesco – c’è ancora bisogno di allargare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa e di una presenza laica, si intende, ma sottolineando l’aspetto femminile, perché in genere le donne vengono messe da parte. Dobbiamo promuovere l’integrazione delle donne nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti”, ha ribadito. “Preghiamo affinché, in virtù del battesimo, i fedeli laici, specialmente le donne, partecipino maggiormente nelle istituzione di responsabilità nella Chiesa – ha quindi concluso -. Senza cadere nei clericalismi, che annullano il carisma laicale e anche rovinano la faccia della Santa Madre Chiesa”.
Le parole del papa sono state accolte, ovviamente, in modo divisorio. Da un parte gli integralisti hanno preso questa esternazione come l’ennesimo atto di “smantellamento” della Chiesa messo in atto da Francesco. Dall’altra, i più aperti, hanno accolto con entusiasmo questo pensiero del papa. Un’apertura e una valorizzazione delle donne sempre più necessaria, in ogni ambito e in ogni settore. Dentro e fuori dalla Chiesa.
Al termine dell’Angelus, il pontefice ha ricordato che “ad Assisi è stato beatificato Carlo Acutis, ragazzo 15enne innamorato dell’eucaristia. Egli non si è adagiato in un comodo immobilismo, ma ha colto i bisogni del suo tempo, perché nei più deboli vedeva il volto di Cristo”. Secondo Bergoglio, “la sua testimonianza indica ai giovani di oggi che la vera felicità si trova mettendo Dio al primo posto e servendolo nei fratelli, specialmente gli ultimi. Un applauso al nuovo giovane beato ‘millennial'”, ha concluso il Papa.
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