Di certo Gianluigi Paragone, indipendentemente da come la si pensi, è uno di quelli che non può essere accusato di incoerenza o di non dire quello che pensa. Lo fa continuamente, senza alcun timore. E lo fa anche in questa occasione, intervistato dall’HuffingtonPost, lanciando bordate contro tutti, soprattutto contro i suoi ex compagni di partito del Movimento 5 Stelle. “Il Movimento è infetto – dice Paragone -. Sono la più grande fake politica in corso d’opera. Bonafede, come Conte e Di Maio… sono bambini presi a sberle. I 5 Stelle sono poltronari, attaccati con il mastice alle poltrone”. Come inizio, dunque, non è male. Ma ce n’è per tutti, sulla questione sfiducia, sull’Unione Europea, sul Mes.
Conte non ha mai chiuso del tutto ai soldi del Mes: “Ha bisogno di quei soldi. D’altronde quando chiedi un atto di amore alle banche si capisce bene qual è il tuo atteggiamento… I 5 stelle poi sono la più grande fake politica in corso d’opera. Non c’è più niente lì. Buona parte si ingoierà il Mes per tenersi il posto. Un pezzetto farà una battaglia simbolica e identitaria. Ma il grosso è tarato sulla linea poltronara. Di Battista sta provando a redimere il Movimento, ma non ce la può fare, il Movimento è infetto. Non ce la può fare perché quel sogno e quella voglia di cambiamento che ha mosso il 33% degli italiani è completamente andata a ramengo, su ogni cosa. Dalle nomine a Benetton, qualsiasi argomento caratterizzante si è polverizzato”.
Continua Paragone: “Mi arrivano notizie e sensazioni di forte delusione da parte della loro base, in parte anche nel gruppo. La politica è fatta di simboli. Di Matteo era simbolo di quella politica in particolare. Le tesi M5S sono sempre state deboli, fatte di sensazioni, emozioni e protesta. Avevano bisogno di figurine che addensassero protesta, come sono stato io per un periodo. Se proponi a Di Matteo un qualcosa di congruo al suo essere simbolo, e non sei in grado di sostenerla rimangiandotela, hai tradito lui e chi ti ha dato fiducia. Cosa poi abbia fatto cambiare idea a Bonafede nel giro di 48 ore, questo lui non lo ha mai spiegato. Il suo silenzio è lo stesso di Di Maio e di Conte”.
Paragone con il Movimento 5 Stelle si era candidato non più di due anni fa: “È un altro mondo. Quando Descalzi era indagato la Taverna faceva un post al giorno per chiederne la testa, ora che è imputato lo hanno riconfermato. Bonafede ha addosso i macigni Di Matteo e del suo capo di gabinetto, ma è anche capo delegazione dei 5 stelle, e non ha detto nulla su nomine, perché loro partecipano al banchetto. Me li ricordo quando puntavano il dito contro Mastella, ma Di Maio è peggio, Mastella almeno faceva politica, questi stanno semplicemente piazzando tutti. È umiliante per chi ci credeva, assistere oggi al poltronismo e al nepotismo del clan Di Maio”.
Una battuta finale su Renzi: “Un pavido, un bullo che non ha mai fatto a sberle”, e sulle prospettive future: “Non voterei mai Draghi, né l’unità nazionale. L’unico governo che avrà il mio voto sarà quello che proporrà l’uscita dall’Unione germanica”. Più chiaro di così.
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