Gianluigi Paragone è un fiume in piena. Ha lanciato ufficialmente pochi giorni fa il suo partito Italexit, sugellato dall’incontro di ieri (20 luglio) a Londra con Nigel Farage, e ora si ritrova subito a commentare l’accordo siglato da Conte per il Recovery Fund. “Il grande successo dell’Europa, ma dove? Hanno smontato gli stati nazionali per avere un’Unione che nel momento di massima emergenza litiga 4 giorni per partorire un ricoverino, una robina che – se pensate alla portata di danno provocato dal Covid – è il nulla. La risposta della ‘grande Europa’ non farà uscire gli italiani dalla crisi”.
Continua Paragone: “Le esultanze di Conte stonano con un accordo tutt’altro che positivo: più prestiti e meno trasferimenti, tempi lunghi e il controllo degli altri Paesi su come gestiremo la nostra fetta di torta (neanche troppo grossa)”. Il senatore ex M5S, su Facebook, dopo una diretta, ha anche postato un articolo de Il Paragone dal titolo ‘Le magie dell’Europa: ai frugali più benefici, a noi il privilegio di indebitarci ancora‘. Spiega ancora Paragone: “Meno 11% di Pil è qualcosa di mai visto: perché Conte – e tutti gli altri che fanno prosopopea dell’europeismo – esulta?”.
“Chi oggi è in difficoltà, tra qualche tempo dirà: ‘Avete parlato di montagne di soldi, ma io non li ho visti’. E lì le chiacchiere degli europeisti staranno a zero”, aggiunge Paragone. “Arriveranno tanti soldi? Bene, allora adesso dateli ai cittadini. Non potete dire che i ristoratori devono reinventarsi il lavoro… Siete malati, non capite le situazioni, semplicemente perché non avete mai lavorato”, dice Paragone chiamando in causa i sottosegretari Castelli e Misiani.
“Gli italiani non vedranno un solo centesimo di questi soldi. È un accordo che farà bene alle banche, però. Noi verseremo 55 miliardi e ne riceveremo 81 e in più ci diranno loro come dobbiamo spenderli. In totale i soldi destinati all’Italia sono 209 miliardi, di cui 127 come prestiti. I soldi del Recovery Fund li avrai a seconda dei progetti che presenti. E quali progetti presenteranno? Robotizzazione, 5G… Tutte cose che – neanche i sindacati lo hanno ancora capito – andranno a rovinare ancora di più il mercato del lavoro. Questi soldi non guariranno per nulla i mali delle imprese italiane. Ci danno dei soldi per fare quello che vuole Bruxelles, non per quello che serve agli italiani”.
Conclude Paragone: “Dicono che è il miglior accordo possibile. Per chi? Per gli italiani no. Ma è l’accordo per tenere la pace dentro l’Europa, e per continuare a reggere l’inganno dell’Unione Europea. Se queste sono le condizioni capestro, noi ce ne andiamo. Ce ne andiamo con la consapevolezza che l’Italia è assolutamente capace di tirarsi fuori dalla crisi da sola. Uscendo dall’Unione, noi giocheremo la partita aggredendo le fregature fiscali che ci sono in Europa, rendendo l’Italia un posto dove conviene investire, per gli italiani e gli stranieri. Trasformiamo l’Italia in un paradiso fiscale concorrenziale all’Olanda, al Lussemburgo e tutti gli altri che ci rubano soldi dentro l’Unione. Diamo vantaggi fiscali solo se vieni qui per restare e per assumere a tempo indeterminato. Italexit è l’unica soluzione”.
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