Un gran bel pasticcio. Rimasto segreto negli spogliatoi di Trigoria per cinque mesi e, adesso, venuto prepotentemente alla ribalta. Perché la notizia c’è ed è pure bomba. Stiamo parlando della dipendente della AS Roma vittima di revenge porn da parte di un giocatore della Primavera e licenziata per “incompatibilità ambientale”. Questa mattina, 15 marzo, le parole della diretta interessata: “Sono dei cani, mi hanno trattata come una criminale”.
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La versione (ufficiosa, ) della Roma si basa principalmente su tre punti. Il primo è che il partner protagonista con la 30enne è un altro dipendente giallorosso (anche lui nel frattempo licenziato). Il quale sarebbe, oltre che il partner, anche il diretto superiore della ragazza. La seconda è che il rapporto si è consumato all’interno del centro sportivo Fulvio Bernardini a Trigoria. E queste due circostanze sarebbero contrarie alla policy aziendale. Infine il terzo punto: nel filmato sarebbero presenti conversazioni che violerebbero l’etica professionale degli assunti. Perché si esprimerebbero giudizi su altri lavoratori della società. Il baby giallorosso che ha fatto circolare il video, invece, non ha ricevuto sanzioni.
La dipendente licenziata: “Mi hanno trattata come una criminale, sono dei cani”
Questa mattina, 15 marzo, la dipendente licenziata rilascia alcune dichiarazioni a Repubblica. “Non voglio essere trattata come una criminale”. E ancora, sui social, scrive: “Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani. Ciao cani. A presto”.
Lei e il compagno sono stati licenziati in tronco, tra mille polemiche.
Chi è il baby calciatore
Si tratta di un ragazzo straniero che da tre anni milita nelle giovanili giallorosse. È stato convocato tre volte in prima squadra, senza aver ancora esordito in Serie A. Il licenziamento risale al 9 novembre 2023. La lettera è firmata dall’avvocato Lorenzo Vitali e dalla business partner delle risorse umane Arianna Sorrentino. Intanto, riporta Open, il legale Francesco Bronzini ha smentito la circostanza dei discorsi su colleghi di lavoro alla fine del video a luci rosse. La dipendente aveva detto ai dirigenti della società di non voler «essere trattata da criminale». E su Facebook nel giorno del licenziamento aveva scritto: «Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani pensando di aver già vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani. Ciao cani. A presto». Ora, scrive Repubblica, la donna sarebbe pronta a denunciare tutto, a partire dal calciatore. E anche dal punto di vista penale.
La confessione
Stando a quanto si è appreso, nel frattempo, il baby calciatore ha confessato di aver rubato il video a Vito Scala, grande amico ed ex preparatore di Francesco Totti, oltre che dirigente della società. La confessione risale al 4 ottobre 2023. All’epoca il filmato era già in circolazione e il giocatore, in lacrime, ha detto di aver ricevuto in prestito il telefonino della ragazza (per chiamare il suo procuratore). E che si è messo a cercarlo, forse perché sapeva che era presente. Poi lo ha inoltrato prima a sé stesso, poi successivamente ai compagni. Il licenziamento è arrivato senza aver fatto sapere nulla a Scala, che intanto ha avviato una campagna di licenziamenti e attualmente ha contenziosi con il personale per 15 milioni di euro.
La lettera di licenziamento inviata alla dipendente
Nella lettera inviata alla dipendente non sono contestate le violazioni dell’etica professionale a cui fa riferimento la replica ufficiosa della società. E questo potrebbe essere importante nell’ottica di un contenzioso davanti al giudice del lavoro. L’avvocato Bronzini sta comunque cercando un accordo per evitare il tribunale. La sottrazione e la condivisione del video costituiscono reati perseguibili a querela con pene fino a 6 anni e multe da 5 mila a 15 mila. La stessa pena si applica a chi li inoltra successivamente. Per questo un’eventuale indagine porterebbe probabilmente a un sequestro-monstre di telefonini a Trigoria.
Zero sanzioni nei confronti del baby calciatore
La società non ha fornito spiegazioni nemmeno su eventuali iniziative disciplinari nei confronti del calciatore. Il quale avrebbe ammesso di aver diffuso il video, e quindi un reato ai danni di dipendenti che l’azienda aveva l’obbligo di tutelare. In questi mesi l’avvocato della vittima e la società giallorossa hanno cercato un accordo per il reintegro della 30enne, senza trovarlo. Per questo ormai la via giudiziaria sembra l’unica strada possibile.
«Intervengano il Coni e la Figc»
Sul licenziamento della donna sono intervenute Differenza Donna e Assist, l’associazione nazionale atlete, chiedendo «l’intervento immediato del Coni e della Figc, per rimediare a questa vergognosa decisione». «Se quanto leggiamo è vero, siamo allibite – dichiarano la presidente di Differenza Donna Elisa Ercoli e la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli – Pretendiamo ben altro comportamento dalla AS Roma, non solo perché guidata da una donna, ma perché società che si professa da sempre attenta a queste tematiche. Quello che è accaduto, se vero, è terribile ed è ridicolo è vergognoso che a pagare sia la donna». Le due associazioni sono pronte anche a fornire «assistenza legale e psicologica alla dipendente».