Otto ministri ai Cinque Stelle, sette al Pd. Un incontro dagli esiti positivi, quello a Palazzo Chigi tra i due partiti pronti a dar vita all’esperienza giallorossa. Facilitato dal passo indietro di un Di Maio finalmente convinto a mollare presa, senza più barricarsi intorno al ruolo di vicepremier a tutti i costi. Niente di definitivo, ancora. Ma i lavori in corso sono ormai a buon punto e sul fronte ministri inizia a diradarsi un po’ la fitta nebbia delle ultime settimane.
Sognano un ritorno importante Pinotti e Fassino. Sicuri di avere peso sono invece Orlando e De Micheli. Lia Quartapelle potrebbe finire alla Farnesina o agli Affari Esteri, per l’Economia si fa il nome di Roberto Gualtieri o, in alternativa, quello di Dario Scannapieco, vicepresidente della Banca europea per gli investimenti. Al Viminale, ferma si parla di Alessandro Pansa, capo del Dis, e dell’ex prefetto di Milano Luciana Lamorgese. I Cinque Stelle blindano Riccardo Fraccaro (Rapporti con il Parlamento) e Alfonso Bonafede (Giustizia). Riconfermata Giulia Grillo alla Sanità, così come Barbara Lezzi al ministero del Sud. Ai Trasporti da settimane è dato in pole position Stefano Patuanelli, capogruppo in Senato degli stellati. Avanzano le quotazioni di Lorenzo Fioramonti (Istruzione), Francesco D’Uva, Nicola Morra e Stefano Buffagni (Sviluppo Economico). In quota Fico, potrebbe spuntarla Giuseppe Brescia, presidente di commissione, e in rampa di lancio per le ministero delle Riforme. Ma si annuncia anche l’istituzione di nuovi ministeri come quello dell’Innovazione.
È tornato il “compagno” Grillo: il fondatore del Movimento guida la svolta a sinistra