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Sconfiggere i tumori grazie al “Passaporto genetico”. L’ultima scoperta della medicina

Sono molti i campi in cui l’intelligenza artificiale sta dando una grossa mano. Uno di questi è quello medico. La notizia è delle ultimissime ore, ma lo studio va avanti da diverso tempo. Un passaporto genetico che contiene i dati del Dna dei tumori di ogni paziente e una piattaforma di collaborazione che quei dati li interpreta, alla ricerca della migliore terapia possibile. È la combinazione fra due innovazioni inaugurate in questi giorni all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano presentati alla Giornata della Ricerca IEO, evento scientifico conclusivo del 25esimo anniversario dell’Istituto. “Passaporto Genetico e Molecular Tumor Board sono complementari e hanno un unico obiettivo: la massima personalizzazione delle cure”, ha dichiarato Roberto Orecchia, Direttore Scientifico.

Come si legge su Repubblica, si può parlare dunque di “Personalizzazione Molecolare perché si andranno a cercare farmaci efficaci contro le molecole che compongono la cellula dei tumori della persona che si sta trattando. Un risultato straordinario e tanto più significativo perché si applica anche alla popolazione di malati più difficili, che non sono responsivi alle terapie standard. È proprio in questi casi infatti che interviene il Molecular Tumor Board, un team multidisciplinare che utilizza i dati del Passaporto Genetico per creare un mini-avatar del tumore e confrontarlo con gli altri avatar nel mondo, per sapere in tempo reale se in qualche caso è stato utilizzato un farmaco rivelatosi efficace, anche se ‘off label’, cioè originariamente approvato e prescritto per altre malattie”.

“Nell’era della genomica il segreto per le nuove terapie è la condivisione dei dati – ha aggiunto Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione Sviluppo Nuovi Farmaci per Terapie Innovative IEO – Quando ci troviamo di fronte a dei tumori con una mutazione genetica non nota, possiamo verificare se è una ‘mutazione privata’, che è stata rilevata quindi solo in quel paziente, oppure se è già stata studiata e trattata con molecole mirate a quella mutazione”. Per far questo, l’Istituto milanese consulta quattro database mondiali, tra cui quello del Memorial Sloan Kettering, che dà accesso a quasi 100.000 profili genici di tumore e alla loro storia clinica.

“Inoltre, la condivisione dei dati permette di evitare al paziente terapie che non funzionerebbero, perché sappiamo che hanno fallito in casi analoghi al suo. Va sottolineato che il paziente partecipa a questo grande progetto cooperativo, mettendo i suoi dati a disposizione della ricerca e degli altri pazienti nel mondo”, ha detto ancora Curigliano. L’obiettivo del sequenziamento del Dna ed Rna è trovare l’eventuale gene target per farmaci biologici in uso, prevedere la resistenza ai farmaci, verificare se esistono trial clinici aperti per terapie innovative, oppure farmaci off label.

“Il nostro lavoro mette a disposizione una mole enorme di dati cosiddetti sensibili sul paziente e la sua malattia e il Molecular Tumor Board nasce dalla necessità di trattare queste informazioni in un quadro di competenza, esperienza e sicurezza. Il Board nasce infatti su indicazione del Ministero della Salute e sul modello degli altri Paesi che lo hanno implementato da tempo: gli USA, Olanda, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito”, ha aggiunto Massimo Barberis, Direttore dell’Unità Diagnostica Istopatologica e Molecolare IEO.

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“Le nuove terapie offrono una possibilità di cura a un paziente su tre, un risultato straordinario ed inimmaginabile fino a 10 anni fa – ha concluso Pier Giuseppe Pelicci, Direttore della Ricerca IEO – Il futuro dell’Oncologia Personalizzata inizia dagli altri due pazienti. Perché non rispondono alle nuove terapie o diventano resistenti? Le risposte stanno nelle caratteristiche genetiche di quei tumori, nel Dna di quei pazienti, nel tipo di ambiente in cui vivono. Acquisire tutti questi dati, paziente per paziente, è la sfida della nuova medicina. Un livello di risoluzione che non ha precedenti”.

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“I dati di ogni singolo paziente saranno confrontati con quelli di tutti gli altri, al fine di identificare il suo miglior trattamento e creare un sistema universale e in continua evoluzione per la generazione della conoscenza. C’è bisogno che molte scienze lavorino insieme, senza territori: biologia, medicina, scienza dei computer, matematica, ingegneria. E che molte barriere, culturali e politiche, si abbattano. Una sfida che qui in IEO ci affascina”.

 

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