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Pastori sardi, Salvini vi ha fregati: ha preso i voti, ma il prezzo del latte non è mai salito

Gli hanno creduto. Lo hanno votato. Sono rimasti fregati. Potrebbe essere riassunta così la vicenda dei pastori sardi che si sono fidati di Salvini per la questione latte. “Ho incontrato al Ministero i #pastorisardi, obiettivo: risolvere il problema entro 48 ore”. Lo ricordate questo tweet? Lo aveva scritto il capo della Lega quando era ministro dell’Interno. È passato un anno da quell’annuncio, ma il prezzo del latte di pecora non ha subito variazioni di rilievo e i pastori ancora aspettano che qualcuno mantenga le promesse per arrivare al fatidico “un euro al litro”. Salvini aveva sfruttato i pastori sardi nel pieno della campagna elettorale per le regionali in Sardegna.

Raccolti i voti e guadagnatosi le poltrone, è sparito. Passate le elezioni e dopo la vittoria del leghista Christian Solinas, il governo gialloverde e Salvini si sono dimenticati presto della vertenza sul latte sardo. Poi è arrivata la neo-ministra delle Politiche Agricole e Forestali, Teresa Bellanova, la quale ha subito iniziato a mettere i soldi, una parte di quelli promessi dall’ex titolare del Viminale e che non erano mai arrivati in Sardegna.

Giovedì prossimo – si legge su nextquotidiano – l’Assessora dell’agricoltura e riforma agro-pastorale della giunta Solinas Gabriella Murgia ha convocato il tavolo del latte ovi-caprino allo scopo di “fare il punto sulla situazione del comparto e sugli accordi firmati un anno fa in Prefettura a Sassari”. Il punto è che quegli accordi non hanno cambiato la situazione. Ad esempio non si conosce ancora il prezzo del latte per la nuova campagna e quello dello scorso anno pare sia arrivato a circa 80 centesimi, al di sotto dei costi di produzione e soprattutto molto più basso di quello richiesto dai pastori durante le proteste dello scorso anno.

L’unica cosa che è cambiata nel frattempo sono gli avvisi di garanzia arrivati agli allevatori accusati a vario titolo del reato di blocco stradale. Ci si ritrova così, ad un anno dalle promesse salviniane quasi allo stesso punto di partenza. Lo dicono gli stessi pastori che magari avevano convintamente creduto alle balle di Salvini.

 

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