L’ennesima udienza di rinvio per il processo a Patrick Zaki in Egitto. Non c’è ancora una condanna dopo oltre tre anni di incertezza, tra i quali 22 mesi di carcere. La prossima udienza è fissata per il 9 maggio, secondo fonti dell‘Ansa. I legali del giovane attivista: “Per la prima volta ci hanno concesso 30 minuti per sostenere le nostre argomentazioni“. Amnesty International: “Le istituzioni intervengano e mettano fine a questo incubo“.
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Ennesimo rinvio per Patrick Zaki dall’Egitto, Amnesty: “L’incubo deve finire”
Ancora una volta a Mansoura, in Egitto, Patrick Zaki non ha potuto ascoltare una sentenza, ma un rinvio. Che secondo le fonti dell’Ansa sarà al 9 maggio. Anche se libero dal carcere da un anno, Zaki non può lasciare il suo paese d’origine perché in attesa di giudizio. Qualcosa si è mosso, come dicono i suoi avvocati, dopo tre anni. Perché oggi la difesa ha potuto argomentare per la prima volta le proprie tesi. I difensori del giovane ricercatore che studiava a Bologna, infatti, hanno sostenuto che l’articolo pubblicato su Facebook rientrasse nella libertà di espressione.
L’attivista per i diritti umani, classe 1991, è imputato per un articolo del 2019 in cui difendeva i copti, minoranza cristiana in Egitto, sottolineando le sanguinarie persecuzioni dell’Isis degli anni precedenti e due casi di discriminazione sociale e giuridica. Proprio per la sua concomitante presenza all‘Università di Bologna, il caso di Zaki è stato assimilato a quello di Giulio Regeni e mette a dura prova i rapporti tra Italia ed Egitto. Da diverse sedute, le fasi del processo al trentunenne si svolgono in presenza di diplomatici italiani e di altri Paesi europei per il rispetto dei diritti umani, su invito del Cairo.
Il messaggio di Patrick Zaki per gli attivisti italiani oltre l’incubo processuale
“Ieri, ancora una volta, i cittadini di Bologna si sono presi Piazza Maggiore per mostrare la loro solidarietà verso di me. Non hanno mai perso l’occasione, sin dal primo momento, per sostenermi. Non posso esprimere a parole quanto io sia grato a tutti voi. Difenderò sempre i diritti umani, in qualsiasi circostanza. Vi sarò per sempre grato”. Questo il messaggio che Zaki ha affidato da Amnesty.
Il responsabile dell’ong per l’Italia, Riccardo Noury, ha commentato: “Ennesimo aggiornamento del processo infinito contro Patrick Zaki e altri due mesi di attesa. Patrick non mollerà e non mollerà Amnesty International. Ma è fondamentale che anche le nostre istituzioni facciano qualcosa perché questo processo si chiuda presto e bene e Patrick torni a Bologna. A maggio saranno trascorsi tre anni e tre mesi dall’inizio di questo incubo. Deve finire”.
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