La Commissione europea ha appena presentato il nuovo Patto di Stabilità che dovrebbe entrare in vigore dall’inizio del 2024. Secondo l’ex membro italiano della Banca centrale europea, Lorenzo Bini Smaghi, si tratta di un “commissariamento della politica di bilancio dei Paesi ad alto debito. In particolare dell’Italia”. Insomma, al nostro Paese dovrebbe essere richiesta al più presto una correzione di bilancio di circa 15 miliardi all’anno per quattro anni. O, in alternativa, di 7-8 miliardi in sette anni. Imposizioni che fanno preoccupare il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti perché metterebbero in dubbio i già previsti investimenti del Pnrr.
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Nuovo Patto di Stabilità: Giorgetti preoccupato per il Pnrr
Dunque, secondo Giorgetti, dal nuovo Patto di Stabilità europeo non risultano esentati gli investimenti del Pnrr. Con queste regole, inoltre, rischiano di andare in fumo le promesse del governo Meloni sulle riforme di pensioni e Irpef. “C’è sicuramente del disappunto perché gli investimenti del Piano nazionale di ripresa (Pnrr) non risultano esentati, né il loro peso è mitigato, nella valutazione dei conti pubblici”, spiega al Corriere della Sera il ministro dell’Economia in quota Lega.
“È un passo avanti. – puntualizza Giorgetti parlando del nuovo Patto di Stabilità – Ma noi avevamo chiesto l’esclusione delle spese d’investimento, incluse quelle tipiche del Pnrr su digitale e transizione verde, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri”.
“La spending review dovrebbe riguardare anche gli investimenti del Pnrr che hanno un impatto sugli obiettivi. – avverte ancora Giorgetti – Questo vale a maggior ragione per il fondo complementare al Pnrr (da circa 30 miliardi, ndr) che dobbiamo finanziare al costo in interessi del debito italiano. Ora si tratta di riconsiderare i programmi ed eventualmente riallocare le risorse su quelli realmente in grado di aumentare il potenziale produttivo del Paese. Comunque il Documento di economia e finanza rispetta i criteri di bilancio (transitori ndr ) indicati dalla Commissione”, conclude.
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