Il taglio dei parlamentari si farà, lo ha annunciato Conte nel suo discorso per la fiducia alla Camera. Contestualmente a questo, prenderà il via l’iter parlamentare della riforma elettorale. Le due cose vanno insieme. Ma come sarà la nuova legge che manderà in soffitta l’attuale Rosatellum (sistema misto proporzionale con correzione maggioritaria)? Sarà tutta proporzionale. Per il Pd è un boccone non facile da digerire. Infatti ci sarà una Direzione ad hoc del partito proprio per approfondire. Ma ormai non si torna indietro.
“L’orientamento per il proporzionale non lo abbiamo messo nero su bianco nel documento di programma, ma sta nel patto”, spiegava già alcuni giorni fa Delrio. Domani la conferenza dei capigruppo a Montecitorio deciderà la prima data utile per l’ok definitivo alla riduzione dei parlamentari che saranno 345 in meno (230 deputati e 115 senatori tagliati).
Il premier Conte ha annunciato che “questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso democratico alle formazioni minori e assicurando, nello stesso tempo, il pluralismo politico e il pluralismo territoriale”. Il proporzionale appunto, senza il quale – spiegano ora nel Pd – il taglio così secco dei parlamentari significherebbe minore rappresentanza sia per le piccole regioni che per le forze politiche minori.
Quindi nelle prossime settimane nel disegno di legge costituzionale che consentirà ai diciottenni di votare per i senatori e di essere votati senatori a 25 anni, come già è per la Camera, si sta studiando di introdurre la sfiducia costruttiva. Sulla legge elettorale, tutte da discutere le soglie di sbarramento. Se non si vuole essere ostaggio dei veti di partiti e partitini – ragionano nel Pd – la soglia di sbarramento non può essere inferiore a un 4%.
Il Movimento 5 Stelle è sempre stato favorevole al proporzionale, così come la sinistra Leu e Sinistra italiana. La logica è che la legge elettorale proporzionale può avere la forza non di porsi come strumento per combattere qualcuno ma come strumento per ricostruire un’idea della democrazia.
Il taglio dei parlamentari propone una soggettiva distorsione della rappresentanza politica, in particolare al Senato. È indispensabile quindi una legge elettorale che ne attenui gli effetti negativi. Il dado è tratto.
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