Da una parte Salvini che propone di riaprire le Case Chiuse, dall’altra il PD che invece fa una proposta di legge che inserisca la reclusione in carcere per chi va a prostitute. Multe salatissime e anche dodici mesi in galera, per l’esattezza. È l’ultima proposta del Partito Democratico che ha appunto presentato a Palazzo Madama il disegno di legge che stanga i clienti delle lucciole: sanzioni fino a dieci mila euro e anche un anno dietro le sbarre.
Insomma, visto che secondo la compagine dem la legalizzazione della prostituzione non accrescerebbe in modo sensibile entrate fiscali (e non ridurrebbe il numero delle donne in strada) ecco la controproposta.
Il testo, firmato da alcuni senatori Pd (Bini, D’Arienzo, Garavini, Grimani, Patriarca, Taricco e Ferro) andrebbe a modificare l’articolo 3 della Legge Merlin per “chiunque si avvalga delle prestazioni sessuali offerte da soggetti che esercitano la prostituzione o le contratti, in qualsiasi luogo, pubblico o privato, ovvero nei luoghi e nelle forme vietati dalla legislazione vigente”, come riporta Il Tempo.
“La pena detentiva e pecuniaria può essere sostituita su richiesta del condannato con quella del lavoro di pubblica utilità di cui all’ articolo 54 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274, secondo le modalità ivi previste e consistente nella prestazione di un’attività non retribuita presso associazioni, enti e altri organismi”, si legge ancora nel testo ddl.
Un anno fa Matteo Salvini dichiarò pubblicamente, ovviamente sui social, il suo obiettivo per contrastare la prostituzione: regolamentarla e tassarla “come nei Paesi civili”. E, soprattutto, “riaprendo le case chiuse”. Ora la proposta sta diventando sempre più concreta.
La Lega punta infatti alla “liberalizzazione” per “combattere l’esercizio della professione secondo le modalità vigenti”, quindi vietando per legge “la pratica nei luoghi pubblici” e regolamentare il fenomeno con l’obiettivo, neanche tanto nascosto, di garantire importanti introiti alle casse dello Stato.
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