Nel Pd si avvicina la resa dei conti: l’appuntamento con le primarie (dovrebbero essere fissate per inizio febbraio) diventa sempre più un regolamento di conti interno. Il candidato forte resta Nicola Zingaretti, mentre Paolo Gentiloni (intervenuto a Piazza Grande, la manifestazione voluta dall’attuale presidente della Regione Lazio) si pone come padre nobile del partito, appoggiando apertamente Zingaretti ma strizzando l’occhio anche a Minniti che ancora sta pensando se candidarsi o meno. In tutto questo aleggia ancora l’ombra di Renzi.
Sembra come se gran parte dei suoi “compagni” di partito volessero metterlo ai margini, o addirittura farlo fuori, come sostengono in molti. Cosa farebbe lui a quel punto? Tenterà probabilmente la carta del partito personale, di cui avrà un’idea più chiara dopo la sua prossima Leopolda da dove lancerà i “comitati civici”.
La giornata di Piazza Grande, con Zingaretti e Gentiloni sul palco, e tutti i big in prima fila (Franceschini, Orlando, Richetti) è la fotografia del nuovo Pd senza Renzi. Lui si sfilerà, ma solo dopo il congresso. Gentiloni gioca a mantenersi equidistante, tra Zingaretti e Minniti, autoconferendosi il ruolo di garante saggio del partito. Questo perché in realtà più di qualcuno, nella Piazza stessa, prova a evocare uno scenario che metterebbe davvero d’accordo tutti: sia Zingaretti, sia Minniti rinunciano alla corsa per lasciare spazio proprio a Gentiloni.
Anche se per questo scenario, ormai, non ci sono più i tempi. Il governatore del Lazio è lanciatissimo ed è più che mai determinato a prendersi la segreteria. Fa un discorso accorato nella sua Piazza Grande e attacca Di Maio e Salvini, cercando di aizzare la folla. Poi replica a Renzi, affermando che lui non ha mai parlato di un’alleanza con i 5 Stelle.
Renzi intanto lancia i Comitati civici, rivisitazione dei Comitati Prodi a cui il giovanissimo Renzi prese parte nel ’96. Un progetto ambizioso, in grado di andare oltre l’evento-Leopolda e sovrapponibile al tema di quale futuro per il Partito Democratico. “Come sempre la Leopolda apre le porte” ha sottolineato Renzi, come dire che anche la stazione è una piazza grande. Decisivo vedere chi ci sarà. Porte aperte gli amministratori, a quelli del Pd ma anche a tutti gli altri, a partire dai civici.
Giovani, cultura, lavoro, economia i quattro temi chiave. Alcuni candidati al Congresso dem hanno già annunciato la loro presenza: Matteo Richetti e Francesco Boccia. Il segretario dem Maurizio Martina seguirà anche questo evento. “Come tutti quelli della galassia dem” ha detto. Ma è chiaro che da oggi ad allora la parola più attesa è quella di Marco Minniti. Il congresso del Pd è iniziato ma la sua candidatura ne cambierebbe la sostanza. E il futuro stesso del Partito democratico.
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