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Pellet, ecco il trucco per scegliere quello di miglior qualità

L’inverno è alle porte e molti italiani stanno iniziando a prepararsi per affrontare il freddo. Chi possiede una caldaia o una stufa a pellet sta già girando tra i vari rivenditori per accumulare scorte in vista dei mesi più rigidi. Ma come si riconosce un pellet di qualità? E quanto è importante optare per prodotti di alto livello? Iniziamo con un concetto semplice: scegliere esclusivamente in base al prezzo più basso può sembrare un risparmio iniziale, ma si rivela un errore a lungo termine. Utilizzare prodotti scadenti può infatti danneggiare la caldaia o la stufa, e le riparazioni successive rischiano di costare molto di più.

Come si fa a capire se il pellet è di scarsa qualità? Alcuni segnali evidenti sono una cattiva combustione e il rapido intasamento del braciere. Il pellet di bassa qualità ha anche un potere calorifico inferiore, il che costringe a utilizzare la stufa a livelli più alti, aumentando il consumo e annullando così il risparmio iniziale.

Le caratteristiche di un pellet di qualità

Secondo il sito Around The Fire, il pellet scadente tende a essere più umido e ricco di resine, che producono creosoto. Questo residuo appiccicoso simile al catrame si accumula sulle pareti interne della stufa e, ancora peggio, nella canna fumaria, rendendo la pulizia più difficile. Quindi, come riconoscere un buon pellet al momento dell’acquisto? Ecco alcuni aspetti da controllare:

  1. Tipo di legno: L’etichetta deve indicare la tipologia di legno. I migliori sono il faggio o l’abete.
  2. Colore: Anche se il colore non è determinante, è meglio preferire pellet chiari.
  3. Diametro: Il diametro dei cilindretti di pellet, riportato sull’etichetta, dovrebbe essere tra i 6 e gli 8 mm.
  4. Potere calorifico: Un pellet di buona qualità dovrebbe avere un potere calorifico compreso tra 4,5 e 4,8 kWh/kg (16,5-17,2 MJ/kg).
  5. Residui di cenere: Questo valore indica quanta sporcizia il pellet lascerà nella stufa o caldaia. Meno residui ci sono, migliore sarà la combustione.

Altri elementi da considerare nella scelta del pellet

Oltre ai parametri sopra indicati, ci sono altre caratteristiche da verificare per scegliere un pellet di qualità:

  1. Percentuale di umidità: Più è umido il pellet, meno energia produce e più sporcherà la stufa. Un buon pellet non dovrebbe avere un tasso di umidità superiore all’8%.
  2. Certificazione: È fondamentale che la confezione riporti le certificazioni di qualità. La più diffusa è la EN PLUS, che valuta sia la qualità del pellet che la sua tracciabilità e ciclo di vita. La certificazione EN PLUS distingue tre categorie di prodotto:
    • A1: Il migliore, con un contenuto di ceneri massimo dello 0,7%.
    • A2: Di qualità media, con un contenuto di ceneri fino all’1,2%.
    • B: Di qualità inferiore, con un contenuto di ceneri fino al 2%. Attenzione però: il marchio EN PLUS deve essere accompagnato dal numero identificativo dell’azienda e dalle lettere che indicano la nazione di provenienza. Se manca una di queste informazioni, il prodotto potrebbe non essere certificato.

Il trucco per verificare la qualità del pellet

Esiste un metodo semplice per testare la qualità del pellet: la prova dell’acqua. Prima di tutto, controlla che nella confezione non ci sia troppa segatura. Poi, prendi una manciata di pellet e immergila in un bicchiere d’acqua. Se il pellet affonda senza che l’acqua si intorbidisca, significa che il prodotto è di buona qualità: è compatto, non si sbriciola e non lascia residui di polvere.