Il mondo della scuola rischia di trovarsi tra le mani un buco di dimensioni imponenti, con 140 mila cattedre da assegnare a settembre a causa di legge Fornero e quota 100. Il calcolo viene riportato dal Sole 24 Ore, che spiega come siano circa 31mila i docenti che hanno chiesto di andare in pensione proprio approfittando dei due strumenti. Indubbiamente influisce la quota 100, come dimostra il fatto che le domande di pensionamento sono 6mila in più rispetto all’anno scolastico 2018/2019. Ma il problema non riguarda solo i pensionamenti, bensì anche i posti precari.
La cifra delle 140mila cattedre da assegnare viene ricavata sulla base di due informazioni: si parte dai 109mila posti attualmente assegnati a supplenti, sulla base del calcolo del Sole 24 Ore sui dati forniti da Miur, Inps e sindacati. A questi si aggiungono i 15mila pensionamenti ordinari e i 16mila con quota 100, nel caso in cui tutte queste domande vengano accolte. L’effetto quota 100, quindi, c’è. Ma non è l’unica causa.Il problema però viene anche dal passato e si è già registrato negli ultimi due anni. Nel 2017, per esempio, il Miur ha contato 22mila cattedre scoperte, soprattutto al Nord, a causa dell’esaurimento di diverse graduatorie. Mentre l’anno scorso, su 57mila immissioni in ruolo circa la metà non è andata a buon fine e per questo è stato necessario ricorrere alle supplenze. Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, punta su soluzioni diverse: vuole differenti procedure di assunzioni, aprendo ai laureati e annunciando nuovi concorsi. Ma, almeno per quanto riguarda scuole medie e superiori, è difficile che si realizzino prima dell’estate.
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