Pensioni, sull’adeguamento dell’età pensionabile c’è l’intervento di Boeri
Le pensioni e l’adeguamento dell’età pensionabile sono uno degli argomenti di maggiore attualità in questi giorni in cui si stanno portando avanti le trattative tra il governo e i sindacati, con posizioni che sembrano piuttosto distanti.
Sulla questione che riguarda l’adeguamento per la cosiddetta “aspettativa di vita”, prevista dalla Legge Fornero, è intervenuto anche Tito Boeri, nella sua veste di presidente dell’Inps, che ha minacciato maggiori spese se non si procederà con l’adeguamento delle pensioni.
Una cifra che potrebbe arrivare a 140 miliardi di euro entro il 2040 quella che Boeri ha indicato parlando a Roma, dove era impegnato in un convegno che verteva sulla povertà dei bambini. Proprio alle famiglie con bambini e non ai pensionati, ha dichiarato Boeri, dovrebbe andare il pensiero degli italiani, asserendo che quella degli over 65 è la fascia della popolazione meno colpita dalla crisi che si è abbattuta sul nostro Paese in qusti ultimi anni.
Boeri si è soffermato sul metodo di suddivisione della spesa sociale in Italia e ha aggiunto che oggi non bastano più nemmeno gli aiuti che in tutte le famiglie i nonni fanno ai nipotini con le risorse della loro pensione. Una situazione che secondo il presidente dell’Inps è dovuta anche al fatto che ci siano meno nipoti all’interno delle famiglie.
La posizione dei sindacati riguardo a questo problema
Riguardo al piano sulla previdenza, con le trattative in corso con il governo per cercare di trovare dei correttivi, la Cgil, per bocca del suo segretario, Susanna Camusso, spera che da parte dei sindacati arrivi, nei confronti dell’esecutivo, un giudizio unitario.
Il piano che è stato avanzato da Palazzo Chigi prevede che dall’aumento dell’età pensionabile siano esentate 15 categorie di lavoratori che sono impegnati in quelli che sono stati individuati come “lavori gravosi”, mentre da parte dei sindacati si chiedono alcune varianti.
Lo scatto in avanti dell’età pensionabile sarà effettivo nel 2019 con la salita sino a 67 anni, e la Cgil ha confermato che se non si troverà un accordo soddisfacente si potrebbe procedere anche con delle manifestazioni di protesta da parte dei lavoratori.
Le cifre annunciate da Tito Boeri e le varie considerazioni delle parti hanno sicuramente un peso per quanto riguarda le trattative tra governo e sindacati ed a quanto sembra in una prima analisi di quanto espresso anche dal ministro Padoan, i margini di manovra per aumentare le categorie esenti sono ridottissimi.
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Tito Boeri all’attacco anche della politica
L’allarme insito nelle parole di Boeri per una possibile “controriforma” chiama in causa anche i politici, con il presidente dell’Inps che sottolinea le ragioni elettorali come uno dei presupposti della mancata chiarezza da parte dei partiti, che tendono a rinviare la scelta di una soluzione.
Secondo Boeri un blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile porterebbe anche ad un aumento dello “spread”, con i giovani che alla fine sarebbero i più colpiti, rischiando di andare in pensione molto più tardi.
Da parte di Boeri sono arrivate parole di critica anche nei confronti dei sindacati, che sono stati accusati di non pensare più ai salari dei lavoratori, che garantirebbero anche maggiori entrate per il pagamento delle pensioni, ma solo a far aumentare la spesa dell’Inps riguardo alle pensioni. Nei confronti dei sindacati Boeri parla di un comportamento con le stesse “logiche” dei politici.
Secondo Boeri al Paese serve un maggior numero di entrate nel mondo del lavoro, che avvengano in modo regolare e con contratti a tempo indeterminato. Con salari più alti per i lavoratori e l’ingresso di immigrati regolari, le entrate dell’Inps sarebbero in grado di garantire le pensioni senza mettere a rischio tutto il sistema.
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