Arrivano i primi numeri relativi alla possibile applicazione della misura, finora soltanto ipotetica, sulla quale sta ragionando il ministro dell’Interno Matteo Salvini in tema di pensioni per smantellare la riforma Fornero. I beneficiari della cosiddetta “quota 100” potrebbero essere 660mila per un costo, secondo le simulazioni della società Tabula, che oscillerebbero tra i 13 e gli 8.5 miliardi. Una forbice abbastanza ampia: dipenderà da come si procederà effettivamente, introducendo solo quota 100, con 62 anni di età (la versione “economica) o abbinando la riedizione di quota 100 alla possibilità di uscita con 41,5 anni di contributi a prescindere dall’età, abbassando il tetto rispetto a quanto in vigore oggi: 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini, 42 anni e 3 mesi per le donne.
Le regioni in cui risiedono più titolari di pensioni di anzianità sul totale sono invece quelle del nord Italia: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, che occupano nell’ordine i primi posti della classifica. Gli ultimi posti sono invece per le regioni del Centro-Sud (Molise, Basilicata, Umbria, Calabria) e quelle a statuto speciale (Valle d’Aosta, Sardegna, Trentino-Alto Adige) a eccezione della Sicilia che si trova a metà classifica. In percentuale circa la metà dei titolari di pensione anticipata risiede al Nord (quasi il 20% in Lombardia), uno su cinque al Centro e il resto al Sud.