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Pensioni: incontro tra sindacati e governo, ancora proteste e malcontento

La situazione attuale

Il tema delle pensioni è da anni al centro del dibattito politico ma, con l’avvicinarsi delle elezioni, i cittadini, alcuni sindacati e i partiti più scaltri che cercano di guadagnare voti, hanno riaperto questioni spinose. Le proposte avanzate sono varie e si è reso noto un incontro tra sindacati e governo, per cercare di trovare un compromesso soddisfacente per tutte le parti.
Le richieste presentate prevedono un abbassamento dell’età pensionabile che, in seguito all’approvazione della legge Fornero, risulta troppo alta. Il problema è che per varare nuove manovre servirebbero dei fondi in grado di coprire la pensione anticipata. Sindacati e autorità competenti si sono subito messe al lavoro, per cercare di capire dove trovare i capitali necessari.
Purtroppo i risultati delle ricerche non hanno dato grandi frutti e le parti sociali interessate hanno trovato solamente 61 milioni di euro da investire nel progetto. La cifra sarebbe sufficiente a coprire appena il 2% dei pensionamenti. Cgil, Cisl e Uil, nonostante gli evidenti disaccordi sul tema pensioni, si sono dichiarati pronti a mobilitarsi. Nonostante questo impegno, al momento le distanze da colmare sembrano davvero eccessive.
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Le dichiarazioni di Cgil

In queste ore il sindacato Cgil ha fatto sapere la propria posizione sul problema pensioni attraverso uno dei suoi esponenti di spicco, Susanna Camusso. La rappresentante ha ufficializzato un comunicato particolarmente aspro e critico verso il governo, sperando in una reazione del parlamento e in una maggiore applicazione da parte dei suoi vertici.
La Camusso boccia senza mezzi termini la proposta del governo sulle pensioni, sia per quanto riguarda le misure presentate che per quanto concerne i lavoratori idealmente coinvolti dalle manovre. I numeri sono troppo bassi e non consentirebbero un’effettiva evoluzione della situazione, perché andrebbero a garantire maggiori diritti solo a una strettissima cerchi di privilegiati.
L’esenzione dall’ulteriore aumento dell’età pensionabile sarebbe applicabile soltanto a circa 4300 persone, che rappresentano appena il 2,2% delle uscite per pensionamento attualmente richieste. In un primo momento il governo aveva parlato di sforzi per arrivare a coprire il 10% delle pensioni per vecchiaia, ma evidentemente c’è stato un grosso passo indietro e le condizioni sono visibilmente cambiate.
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Il commento dei lavoratori

Moltissimi lavoratori di età ormai avanzata stanno seguendo con attenzioni le controversie in merito al tema delle pensioni e non sono mancate le proteste o le dichiarazioni velenose da parte di esponenti più o meno conosciuti e influenti. Per la maggior parte è ridicolo pensare che solo 4000 persone possano andare in pensione prima dei 67 anni e, dopo l’innalzamento delle categorie a quindici, tutti si sentono presi in giro.
Roberto Ghiselli ha affermato che la situazione è inaccettabile e le conseguenze potrebbero essere pesanti. L’augurio è che il consiglio esecutivo sfrutti queste ultime ore per trovare soluzioni più sensate e che i documenti presentati all’incontro abbiano contenuti ben diversi dai precedenti per quanto riguarda pensioni, giovani e donne, previdenza complementare e aspettative di vita.
Se i cambiamenti auspicati non dovessero avvenire, i sindacati si troverebbero con le mani legate e non avrebbero più la possibilità di assicurare ai lavoratori e ai pensionati un servizio coerente, venendo meno agli impegni presi. La mobilitazione può essere intensa e continua, ma se dall’altra parte non si ascolta ogni sforzo è vano.
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