L’incontro tra governo e sindacati sul fronte pensioni e sulle politiche del lavoro si è tenuto in un clima particolarmente positivo. A confermare il disgelo tra le parti è il ministro del lavoro Giuliano Poletti, spiegando che ‹‹il confronto prosegue con incontri separati per le pensioni e per le politiche del lavoro››.
Al momento non si è ancora entrati nel merito della questione, o meglio, non si sono affrontati gli interventi da attuare e le risorse da mettere in campo per arrivare ad un accordo sulle pensioni anticipate e sulle politiche di crescita per il lavoro, ma il clima è senz’altro propositivo.
Nel frattempo il ministro Poletti mette in guardia opposizioni e sindacati sul fatto che il pensionamento anticipato verrà sicuramente regolato da una legge ad hoc, ma che rimarrà in vigore il sistema delle penalizzazioni a carico del lavoratore che ne farà uso. Secondo il governo, infatti, è essenziale che la flessibilità in uscita sia studiata sulla base dei limiti di bilancio.
Ma al di là di questo sistema – che ha già preso il nome di Anticipo Pensionistico (APE) – Poletti sta anche valutando la possibilità di introdurre un’altra via tramite cui far accedere anticipatamente alla pensione: quella del riscatto della laurea, ossia del versamento dei contributi per gli anni che sono stati trascorsi all’università. Un modo, insomma, per da avvicinare sempre più il lavoratore al raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia.
La cosa in realtà è possibile già oggi, ma a differenza di oggi il riscatto voluto da Poletti sarebbe molto più vantaggioso perché non verrebbe legato agli ultimi stipendi ricevuti e quindi collegato a un conto molto salato da pagare: l’idea è quella di permettere il riscatto della laurea facendo scegliere al lavoratore la somma da versare e gli anni da recuperare, trasformando il riscatto degli studi in una sorta di versamento volontario dei contributi.
Alberto Mengora