Le potenzialità dell’AI sono sotto gli occhi di tutti e le prime applicazioni reali che vanno dagli assistenti vocali come Alexa di Amazon, Siri di Apple e le auto senza pilota di Waymo, che hanno già percorso 9mila miglia sulle strade Usa, si stanno diffondendo a macchia d’olio sul mercato. Diversi paesi stanno accelerando gli investimenti in nuovi sistemi di AI, in prima linea Canada, Cina, India e Francia, che vedono nell’AI la nuova frontiera economica del futuro prossimo. In questo contesto, l’investimento del DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia del Pentagono americano che si occupa di ricerca tecnologica, ha annunciato un investimento di 2 miliardi di dollari per lo sviluppo di nuove soluzioni di Intelligenza Artificiale. Il DARPA vuole quindi sperimentare metodi di AI che siano simili alle modalità di apprendimento propriamente umane visto che un essere umano a volte è in grado di capire come funziona una cosa vedendola una volta sola.
Una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale
“Una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale”. Gli Stati Uniti non stanno tenendo il passo con le altre potenze quali la Cina. E’ quanto chiede il Pentagono al presidente Donald Trump, secondo quanto riporta il New York Times citando alcune fonti. Il segretario alla Difesa, Jim Mattis, ha scritto direttamente a Trump per chiedere un’azione rapida, anche se il Pentagono dietro le quinte sta cercando l’aiuto della Silicon Valley. In un futuro ormai prossimo, l’uso dell’intelligenza artificiale rappresenterà un aspetto decisivo anche in campo bellico. Mantenere il primato anche in questo frangente è dunque cruciale per Washington e per questo la Darpa, incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare, ha annunciato l’investimento di 2 miliardi di dollari per la realizzazione di una nuova “generazione” di IA.
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Con questo programma, denominato “AI Next”, l’agenzia intende “esplorare nuove teorie e applicazioni che potrebbero consentire alle macchine di adattarsi a situazioni mutevoli”, compiendo un salto di qualità rispetto alle tecnologie oggi disponibili. L’idea è maturata dopo diverse dichiarazioni preoccupate per gli investimenti di Pechino per sviluppare capacità in questo settore. Ad agitare gli Stati Uniti è soprattutto il fatto che i cyber attacchi cedono sempre più il passo a nuove forme di guerra ibrida che alcuni Stati – Cina ma anche Russia, su tutti – starebbero mettendo a punto partendo dallo sviluppo di tecnologie come l’intelligenza artificiale, automazione e machine learning, combinato a un sapiente utilizzo di big data.
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Lo studio dell’intelligenza artificiale non è nuovo per la Darpa. A partire dagli anni ’60 l’agenzia si è concentrata sulla prima ondata di tecnologie IA, incentrate su sistemi basati su regole in grado di eseguire compiti strettamente definiti. A partire dagli anni ’90, la Darpa ha dato il suo contributo per una seconda ondata di tecnologie di IA di machine learning, che hanno creato riconoscimenti di pattern statistici da grandi quantità di dati.
I finanziamenti dell’agenzia per progetti di comprensione del linguaggio naturale, problem solving, navigazione e le tecnologie di percezione hanno portato alla creazione di automobili a guida autonoma, assistenti personali e protesi quasi naturali, oltre ad una miriade di applicazioni critiche e di valore sia militari sia commerciali. Tuttavia, questa seconda ondata dipende da grandi quantità di dati di alta qualità per l’addestramento e ha diversi limiti, come l’assenza di ragionamento contestuale e comunicazione simili a quelli umani. Da qui la necessità di migliorare ancora.
L’annuncio di questo nuovo fiume di denaro si somma a un ampio progetto di riorganizzazione anticipato dal Pentagono nei mesi scorsi. Ad aprile il segretario alla Difesa Jim Mattis, parlando alla Commissione Forze Armate della Camera, aveva spiegato di stare lavorando a un piano per mettere in piedi un centro che potesse ottimizzare la miriade di programmi di IA del Dipartimento. Non è ancora chiaro dove questo polo sarà collocato né chi dovrà guidarlo, ma svolgerà un ruolo importante. Al momento, infatti, la Difesa Usa conta in tutto circa 600 progetti con una qualche forma di intelligenza artificiale, anche se non tutti hanno rilevanza strategica per l’utilizzo di questa tecnologia.
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