Un’azione rapida e violenta, durata appena 30-40 secondi, ha scosso la tranquillità del palazzo in via Marco Ulpio Traiano vicino a City Life il 21 aprile scorso. La vittima dell’aggressione è stato il personal trainer dei vip, Cristiano Iovino, noto per i suoi legami con il mondo dello spettacolo e per la recente frequentazione con Ilary Blasi.
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Secondo la testimonianza dei guardiani del palazzo, scrive la Stampa, tra le nove persone scese da un minivan di colore scuro è stato riconosciuto Fedez, accompagnato da una ragazza e dal suo bodyguard Christian Rosiello. Quest’ultimo, istruttore di kickboxing e presenza fissa nella Curva Sud del Milan, è noto per la sua amicizia con Luca Lucci, leader del tifo rossonero. La presenza di Fedez è stata confermata anche dalle telecamere di sorveglianza, nonostante le immagini fossero offuscate dalla pioggia.
I guardiani, che hanno chiamato il 112 durante la fuga degli aggressori, hanno riferito che Iovino è apparso visibilmente ferito e terrorizzato. Il personal trainer non ha voluto salutare né fornire dettagli sull’accaduto agli investigatori.
La rissa in discoteca
L’azione punitiva sembra collegata a una rissa avvenuta poco prima al “The Club” di corso Garibaldi, dove si sono verificati calci, pugni e lanci di bicchieri di vetro. Anche in questo caso, una chiamata al 112 ha preceduto l’arrivo dei carabinieri, che non hanno trovato più nessuno sul posto. La lite sarebbe iniziata a causa di un apprezzamento di troppo rivolto da Iovino a una ragazza in compagnia di Fedez.
Tra i presenti al “The Club” quella sera, oltre a Fedez e la ragazza, c’erano il rapper Taxi B e almeno due ultras del Milan, tra cui Rosiello, già fotografato con Fedez all’ingresso del Tribunale di Roma lunedì scorso.
Tifoseria violenta
La tifoseria milanista, già al centro di un’indagine per istigazione a delinquere a Motta Visconti, sembra non avere problemi a ricorrere alla violenza. Dopo l’aggressione, Iovino avrebbe cercato aiuto tra gli ultras della Lazio, che avrebbero coinvolto gli ultras nerazzurri per ottenere informazioni su quanto accaduto.
Ora, Iovino ha 90 giorni per denunciare l’“azione squadrista”, ma sembra improbabile che lo faccia, dato che quella notte ha rifiutato il trasporto in ospedale nonostante le ferite.