Quando si parla di estinzione della specie si pensa subito agli animali, ma in realtà oggi chi è più a rischio sono i vegetali: le piante infatti scompaiono a un ritmo doppio rispetto agli animali. A dare l’allarme è stato un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata Nature Ecology and Evolution, realizzato dai Giardini botanici reali di Kew (Londra) e dall’Università di Stoccolma, che ha evidenziato che negli ultimi due secoli e mezzo si sono estinte 571 specie di piante, oltre il doppio (271) delle specie di mammiferi, uccelli e anfibi che sono sparite dalla faccia della Terra. Un risultato che secondo i ricercatori sottostimano addirittura la vera portata della minaccia di estinzione.
Le piante si estinguono con un tasso 500 volte superiore al normale, cioè quello naturale se gli esseri umani non fossero presenti sul pianeta. Il progetto ha esaminato più di 330.000 specie e ha scoperto che le aree più colpite finora sono le isole e la fascia tropicale del pianeta, e che alberi, arbusti e altre piante perenni hanno un’elevata probabilità di scomparire indipendentemente da dove esse si trovino. Ad essere più a rischio sono aree ad alto tasso di biodiversità come il Madagascar, le foreste pluviali brasiliane, l’India e il Sud Africa.
“L’estinzione delle piante – scrivono gli autori dello studio – rappresenta una minaccia anche per altri organismi ed ecosistemi, compreso il benessere degli esseri umani. È necessario, quindi, che questo aspetto sia compreso a fondo – aggiungono – per poter pianificare strategie di conservazione efficaci”. Lo scorso mese di maggio un rapporto dell’Ipbes (agenzia dell’Onu sulla biodiversità) stimava in circa 1 milione (una su otto) le specie animali e vegetali che rischiano seriamente l’estinzione in tempi brevi. Le piante più minacciate sono quelle che vivono esclusivamente nelle isole o nelle zone tropicali. Già quattro anni fa uno studio affermava che la metà degli alberi dell’Amazzonia rischia l’estinzione.
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