La storia di Piero Floreno è tra le più commoventi. Da oltre dieci anni è malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e ha deciso di donare il suo ventilatore polmonare di riserva ai malati di coronavirus. L’uomo, che vive a Nichelino ed è affetto dalla forma più aggressiva di Sla, ha espresso il desiderio di fare la sua parte nella lotta alla pandemia conversando con la moglie Antonella grazie al lettore oculare, uno strumento che trasforma in parole i movimenti delle pupille e i battiti delle palpebre. Lo racconta Repubblica.
Piero ha detto alla sua famiglia di voler fare un gesto di grande generosità: “Ho deciso: vorrei fare questo gesto”, ha spiegato alla moglie. “Quando me lo ha detto sono rimasta impietrita – spiega Antonella – so che non voleva ovviamente togliersi il suo ventilatore, quello principale, e non glielo avrei permesso. Però voleva donare quello di scorta, che è in casa pronto a essere usato in caso di emergenza e che viene utilizzato a rotazione ogni due o tre mesi”.
In realtà la donazione non è possibile: una persona con la Sla deve per forza avere due macchinari, altrimenti la sua salute sarebbe in pericolo in caso di malfunzionamento di uno dei due. Piero Floreno non ha pensato agli ostacoli burocratici e alle conseguenze sulla sua salute, nel caso in cui il ventilatore principale smettesse di funzionare. “Ci ho pensato tutta la notte. Ma perché uno dei miei due ventilatori polmonari non lo diamo in prestito agli ospedali, che in questo momento ne hanno tanto, troppo bisogno?”.
La proposta di Piero ha emozionato la moglie: “Lui è così, è sempre stato questo. Una persona di una generosità infinita, che cerca di fare anche cose molto complicate da attuare. È rimasto colpito da quanto sta succedendo nel mondo. E ancora una volta non poteva stare con le mani in mano”.
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