Il senatore leghista Simone Pillon non l’ha presa benissimo l’ironica “letterina” che gli ha dedicato Luciana Littizzetto durante l’ultima puntata di “Che Tempo che Fa”, andata in onda domenica 18 aprile su Rai3. Luciana Littizzetto ha infatti letto una “letterina” rivolta all’ostracismo del senatore della Lega – ma anche al suo partito e a Fratelli d’Italia che si oppongono alla calendarizzazione e all’approvazione al Senato della legge contro l’omotransfobia che ha già passato l’esame della Camera dei deputati -, mettendone in evidenza – come puntualizza anche nextquotidiano – le narrazioni (ideologiche ed errate) fatte per denigrare il testo del ddl Zan. (Continua a leggere dopo la foto)
E, come già accaduto in passato, Pillon non l’ha presa benissimo e ha prontamente replicato provando anche a fare il simpatico. Cosa che non gli è ovviamente riuscita: “Mia cara Lucianina, Lucy, gambino di sedano, ti posso fare una domandina? Ma tu hai letto il codice penale? E il ddl Zan, lo hai letto? O leggi solo le veline che ti passa il PD?”, attacca Pillon. Che poi prosegue: “Il ddl Zan dice che donna non è la persona con i cromosomi xx, ma anche un maschio che si sente donna. E a lui spettano quote rosa, gare sportive femminili, diritti delle donne. Il ddl Zan dice che sarà punita la semplice istigazione alla discriminazione contro i diritti LGBTQ+, e siccome tra i diritti pretesi ci sono il matrimonio e i figli, chiunque farà propaganda contro il matrimonio gay o l’utero in affitto si beccherà da 2 a 6 anni di reclusione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Continua Pillon nel suo sciorinare informazioni false: “Il ddl Zan dice che, con la scusa della ‘giornata nazionale contro omofobia, bifobia, lesbofobia e transfobia’ bisogna insegnare ai bambini fin dai 3 anni, l’ideologia gender”. Ma la realtà dice altro. Basta leggere il testo ufficiale del ddl approvato dalla Camera dei deputati nel novembre dello scorso anno. Insomma, Pillon l’ha fatta di nuovo di fuori. Il testo del ddl è chiaro e pubblico. Poi Pillon conclude, sempre rivolgendosi a Luciana Littizzetto (criticando anche il compenso che l’attrice riceve dalla Rai): “Noi, cara Luciana, rispettiamo tutti”. (Continua a leggere dopo la foto)
E chiosa: “Non vogliamo che ci siano alcuni più uguali di altri. Tu invece rispetti solo chi ti pare, e ti permetti di diffamarmi, dicendo che ho la testa vuota. Meriteresti una querela, ma il mio Maestro mi ha insegnato a non rispondere al male col male, perciò stai tranquilla, non sarai accusata di pillonfobia”.
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