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Pino Insegno raccomandato da Giorgia Meloni? La risposta del conduttore: “Parla la carriera”

Pino Insegno e la sua nuova carriera in Rai. Dal 18 settembre, e fino al 22 dicembre, il comico e conduttore condurrà Mercante in fiera su Rai2. A partire da Capodanno, invece, sarà alla guida de L’Eredità. Ma sul suo conto non si placano voci e polemiche sul fatto che sia stato raccomandato da Giorgia Meloni. E allora Insegno decide di rilasciare una lunga intervista a Tv Sorrisi e Canzoni per raccontare la sua versione dei fatti e per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa.
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Pino Insegno raccomandato Meloni

Pino Insegno raccomandato dalla Meloni? La risposta

Il giornalista di Tv Sorrisi e Canzoni chiede a Pino Insegno di replicare a chi lo considera soltanto “un raccomandato politico per la sua amicizia con Giorgia Meloni”. “Per me parlano i numeri che ho fatto, la mia storia professionale, non le amicizie. – questa la risposta del conduttore – Da quando ho iniziato a lavorare, saranno cambiati 12 governi, ma io sono figlio dell’affetto della gente, che ha un’arma potentissima: il telecomando. Poi ci sta di non piacere a tutti. Io sono della Lazio, magari a qualcuno della Roma non sto simpatico. Ma è una cosa sua, personale”.

Poi Pino Insegno si sofferma a spiegare quali saranno le differenze tra la vecchia edizione del Mercante in fiera, andata in onda su Italia1, e la nuova che verrà trasmessa da Rai2: “Lo rinnoverò. Sono più grande d’età, più esperto, più misurato. E ci saranno sorprese nelle carte: le aggiorneremo con nuove ‘figure’ come l’influencer, il rapper, il TikToker, il boomer, nel segno dei tempi. E cambieremo la ‘Gatta nera’ con una nuova danzatrice”.

In seguito, da gennaio, Pino Insegno passerà a L’Eredità. “Cosa cambierà? – spiega – Aver cambiato il conduttore mi sembra già tanto, no? Anch’io avevo condotto “Reazione a catena” per quattro edizioni e poi ho lasciato. L’alternanza ci sta, il cambiamento fa bene alla tv. Quello che nel programma funziona, non si cambia. Certo, lo farò un po’ più mio. Oltre alla tradizione, l’altra parola importante è “innovazione”. Non bisogna stare troppo attaccati al passato”. Altro che raccomandato dalla Meloni dunque.
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