Pirelli torna in borsa. Lo storico marchio delle gomme ritorna tra gli investitori a Piazza Affari: un momento storico, che segna una sorta di rinascita, un momento chiave di questa società. Ci sono stati molti dubbi, soprattutto sul costo di ogni singola azione: il range era tra i 6.3 e gli 8.3 euro per azione, fatto che ha portato qualche malumore tra gli esperti di investimenti. Un problema non da poco, visto che molti hanno deciso se acquistare o meno le azioni della società: in ballo c’erano bonus per il management da oltre 100 milioni in caso la società avesse superato il 6.7%.
Un debutto in rosso per Pirelli
Il mercato è stato impietoso con la storica società di gomme. Infatti lo stesso Provera, intervistato sull’esordio negativo, ha risposto che la società è forte e che a breve ci saranno i primi risultati. Volatilità, secondo Tronchetti Provera, quasi normale per i primi giorni di investimenti. Gli investitori, infatti, hanno coperto 400 milioni di euro, ma nella parte bassa: il mercato ha stabilito il prezzo sui 6.50 euro. Al termine della prima giornata di Pirelli in borsa, c’è stata una diminuzione dello 0.4%: il prezzo si è attestato sui 6.47 euro facendo registrare il segno rosso in casa Pirelli. Un esordio da dimenticare per il colosso delle gomme, ma stando alle parole di Provera tutto si risolverà per il meglio. Attualmente la società è forte, ma serve del tempo: gli stessi investitori capiranno, almeno secondo le parole dell’amministratore delegato della Pirelli.
Stando alle parole degli esperti, c’è stato un chiaro errore sulla decisione della forchetta. Troppo alto partire dai 6.3 euro, bastava impostare il range tra 5 e 7. Un errore di valutazione dovuto probabilmente alla fretta. Marco Tronchetti Provera aveva necessità di tornare in Borsa? A quanto pare le ipotesi sono tante, una su tutte la fine del Quantitative Easing che Mario Draghi potrebbe far terminare da un momento all’altro. Resta il fatto che la strategia imposta dalla Pirelli, almeno per il momento, è risultata essere fallimentare per questo esordio in borsa.
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Le rivoluzioni in casa Pirelli
Novità su novità, soprattutto dopo l’ingresso del gruppo asiatico ChemChina. Nel 2015, infatti, la Pirelli ha accolto la nuova società all’interno del proprio piano di investimenti: l’idea di base era quella di rivitalizzare la società andando a diversificare il mercato. Da una parte il mercato dei pneumatici truck, dedicati ai camion, dall’altra quelli dedicati alle auto: un ragionamento che anche in borsa ha funzionato, visto che il gruppo dei truck tyre, confluito nel marchio cinese, è stato superato proprio da Pirelli. Lo stesso Provera ha deciso di puntare sul mercato di pneumatici riservati ad auto di lusso: al momento Audi, Ferrari e Bmw montano di serie le gomme Pirelli, un modo per poter abbracciare un mercato tutto nuovo e che al momento vede la storica società alquanto solida per quanto riguarda questo mercato.
Si guarda ovviamente ai colossi borsistici come Ferrari e Technogym, ma entrambi i settori sono al momento inarrivabili: è lo stesso mercato a definire l’idea utopistica, anche per via dei prodotti venduti e selezionati. Attualmente le due società possiedono anche un valore storico del marchio che influenza moltissimo le scelte degli investitori. La speranza di Tronchetti Provera è quella relativa al mercato cinese: attualmente il mercato in Cina dei pneumatici sta crescendo esponenzialmente e i due gruppi potrebbero lavorare su questo fattore. Una speranza da non sottovalutare anche in vista dell’investimento e dell’entrata in Borsa. L’accordo di base con il nuovo Gruppo sembra esserci, ora bisogna soltanto passare all’azione. Il mercato è forte e potrebbe dare una spinta all’investimento in borsa di Pirelli.
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