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Più soldi alla Giustizia per acquistare di nuovo la perduta credibilità

É di pochissimi giorni fa la notizia secondo la quale Eugenio Albamonte, Presidente dell’Anm  (Associazione Nazionale Magistrati) dichiara apertamente che la giustizia ha bisogno di fondi e che i governi devono continuare ad investire nel settore.
Questioni come intercettazioni, cybersecurity e Davigo sono state affrontate da Albamonte che ha dichiarato in tono perentorio: “La tendenza a ricominciare a investire nella giustizia venga proseguita e che questo approccio nuovo, persino rivoluzionario di questa legislatura, sia garantito anche dai governi che verranno”.
Albamonte punta il dito contro la politica del ventennio passato, che non ha mai applicato le risorse necessarie al settore, con la conseguente perdita di fiducia da parte dei cittadini.
Riconoscere, invece, che il settore giustizia può anche essere fonte di guadagno per le casse dello Stato, come attraverso il recupero dei patrimoni fiscali, significa che la giustizia stessa potrebbe automantenersi e sostenere anche altri settori amministrativi del nostro paese.

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La sicurezza nelle sedi giudiziarie

É cronaca di appena un mese fa l’accoltellamento di due giudici nel tribunale di Perugia. Le sedi giudiziarie non sono tutelate ma, al contrario, facilmente accessibili. La questione della sicurezza è un problema che si protrae da anni per mancanza di investimenti su dotazioni, vigilanza e veri e propri piani di protezione.
Albamonte è chiaro: “Chiediamo che vengano ripristinate le condizioni di sicurezza minima degli uffici e non solo per noi: i nostri uffici giudiziari sono un po’ delle agorà aperte, ogni giorno passano decine e decine di cittadini, ci sono gli avvocati e il personale amministrativo. Tutte queste persone sono altrettanto esposte a questo tipo di fatti di cronaca. Confidiamo nell’intervento delle istituzioni, a partire dal ministro che mi sembra si sia attivato tempestivamente”.
La tempestività, per l’appunto, viene lodata in un momento in cui il cittadino spesso percepisce un sistema malfunzionante
. La parola d’ordine, oggi, è recuperare credibilità.

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Intercettazioni, cybersecurity e Davigo

Per quanto riguarda le intercettazioni, ci sono aggiornamenti grazie al nuovo decreto: devono essere riportate in maniera testuale, e non come riassunto come succedeva finora. Quindi le dichiarazioni avranno il peso che meritano e saranno riferite esclusivamente nella loro testualità.
La cybersecurity si sposa col tema della sicurezza nazionale e internazionale. L’allarme terrorismo interessa anche il nostro sistema, soprattutto in campo digitale. “La collaborazione internazionale per il contrasto alla criminalità informatica è strategica. Lo strumento ha per sua natura una diffusione capillare, a livello mondiale, e serve una capacità di indagare senza confini territoriali”, ha esplicitato il Presidente Albamonte.
Infine, per quel che concerne l’unitarietà delle varie componenti della magistratura, “esiste la disponibilità a riprendere un percorso comune anche con i colleghi del gruppo di Piercamillo Davigo”, afferma Albamonte, che conclude: “Per fortuna la rottura della giunta unitaria non ha inciso sui rapporti personali e quindi ovviamente ci sentiamo e c’è sempre stima reciproca e disponibilità alla collaborazione. L’unitarietà delle varie componenti, delle cosiddette correnti che animano l’Anm e la vita della magistratura era un risultato importante perché era la prima volta che si riusciva dopo anni a presentarsi, anche rispetto al mondo che ci circonda, in modo compatto e coeso“.

Fonte: Adnkronos

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