Si chiama “Sharing Beauty with all” il progetto di L’Orèal sulla produzione a minor impatto ambientale, partito nel 2013. E stando ai risultati odierni, il gruppo francese di cosmetici ha centrato l’obiettivo. Infatti il Cdp, a piattaforma no-profit globale di rendicontazione ambientale, ha il compito di monitorare il lavoro delle grandi aziende e in particolare la loro ricaduta sull’ambiente.
Per L’Orèal il risultato è stato eccellente: ha ottenuto tre A, voto massimo attribuibile, nelle categorie di clima, acqua e foreste. Sono inoltre state ridotte anche le emissioni di co2 nello stabilimento di casa nostra, a Settimo Torinese: meno 100% dal 2005 oggi, ma anche meno 43% del consumo idrico e meno 14% della produzione dei rifiuti.
L’amministratore delegato di L’Orèal Italia Francois-Xavier Fenart si dichiara orgoglioso del risultato ottenuto dalla sede italiana, che rappresenta l’impegno preso a livello mondiale: “L’Italia ha sposato appieno questo impegno, come testimoniano i risultati dello stabilimento di Settimo Torinese”.
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L’Oréal, l’esempio che fa la differenza
Lo stabilimento italiano conta 370 dipendenti su una superficie di 100mila metri quadri. Si tratta di una delle numerose sedi sparse nel mondo, che contano in totale 89mila e 300 collaboratori, e che lo scorso anno ha guadagnato 25, 8 miliardi di euro. Numeri importanti, che hanno generato la necessità di pensare alla salute delle persone e all’impatto ambientale generato dalle sedi di produzione.
Per questo il progetto Sharing beauty with all è stato perseguito costantemente fin dalla sua nascita e ha prodotto risultati positivi. “Il nostro obiettivo è produrre di più, ma avere un impatto ambientale minore”, ha dichiarato con fermezza Alexandra Palt, responsabile del settore sostenibilità di L’Oréal. In queste parole si racchiude lo scopo della campagna e, stando ai dati del Cdp, il colosso cosmetico fa da modello di coerenza e sostenibilità.
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I numeri negativi registrati dalla World Meteorological Organization
Numeri importanti quelli registrati da L’Orèal, che non torre le grandi aziende possono vantare. I risultati arrivano in un momento di grande tensione per l’argomento, e rappresentano l’eccellenza di un settore che non va certo come dovrebbe.
Infatti, secondo la Wmo (World Meteorological Organization), il 2016 è stato un anno da bollino rosso per il nostro clima e per l’ambiente: la quantità di gas che ha generato effetto serra nell’atmosfera terrestre è cresciuto, e mai così velocemente: le concentrazioni di Co2 sono aumentate in modo significativo, passando da 400 parti per milioni del 2015 a 403 ppm dell’anno successivo.
Numeri da record negativo, che non fanno altro che aumentare la preoccupazione per le aziende che ancora non hanno seguito l’esempio eccellente di L’Orèal creando un progetto ad hoc sulla produzione a minor impatto ambientale.
Fonte: adkronos