Giorgia Meloni si presenta di fronte ai giornalisti per una conferenza stampa in occasione del primo Consiglio dei ministri del suo governo. Il presidente del Consiglio, affiancato dai ministri della Giustizia Carlo Nordio, dell’Interno Matteo Piantedosi, e della Salute Orazio Schillaci, illustra i primi provvedimenti presi dall’esecutivo. A far discutere sono soprattutto due temi: lo sgombero del rave di Modena e il reintegro anticipato dei medici no vax sospesi.
“Avevamo promesso che saremmo stati veloci e veloci siamo. – spiega Giorgia Meloni – Questa mattina abbiamo approvato un primo decreto, molto importante. Personalmente per me è anche simbolico. Ho detto nel discorso della fiducia di aver iniziato il mio percorso politico dopo la strage di via d’Amelio e questo provvedimento contiene una norma importante contro la criminalità organizzata. Abbiamo deciso di intervenire su una materia che ci sta particolarmente a cuore, quella del carcere ostativo. Abbiamo deciso di inserire in un decreto, per anticipare il lavoro che il Parlamento avrebbe comunque fatto se la scorsa legislatura non si fosse interrotta, di inserire la norma così come era stata approvata dalla Camera dei deputati. È un provvedimento del quale io sono contenta, lo abbiamo condiviso dall’inizio”.
“Il ministro Piantedosi, oltre ad essere intervenuto immediatamente contro il rave di Modena, per dare il segnale di uno Stato che non è miope o fermo di fronte all’illegalità e alla violazione reiterata delle leggi, ci ha anche proposto una norma che interviene su questa materia con la previsione di un nuovo reato. – prosegue Giorgia Meloni – Inizialmente avevamo pensato di intervenire su un’aggravante di un reato che esiste già, ma abbiamo poi scelto di intervenire creando un reato diverso. Sono molto contenta del chiaro segnale che diamo”.
“C’è anche una norma che riguarda gli operatori della sanità. – aggiunge il premier – La scadenza dell’obbligo vaccinale per loro, unici in Italia, era fissata al 31 dicembre: abbiamo deciso di anticipare la fine dell’obbligo a domani, perché questo ci consente di rimettere 4mila di persone che sono ferme al lavoro, in un momento di grave carenza di organico. Confermiamo invece l’uso delle mascherine all’interno degli ospedali”, conclude.
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