Indossa la divisa degli agenti, ha conquistato gli elettori al grido di “più sicurezza per tutti”. E però proprio nel caso della polizia di Stato, Matteo Salvini si è trovato tre la mani un bel pasticcio, da lui stesso originato. Un guaio, spiega Il Fatto Quotidiano, per una serie di aspiranti agenti che nel giro di una manciata di giorni hanno visto sbiadire la graduatoria in cui erano inseriti legittimamente da due anni, insieme a ogni speranza di entrare finalmente in servizio. Un cortocircuito che nessuno, tra parlamento e governo, è riuscito a risolvere e prelude a un’ondata di ricorsi da parte degli esclusi, molti dei quali pronti a sfilare il 5 febbraio fuori da Montecitorio.
Inevitabile che la delusione sia tanta, soprattutto nei confronti del Capitano, che sembrava aver preso a cuore la situazione e al quale erano stati rivolti molti appelli. Una vicenda iniziata due anni fa, quando la polizia aveva bandito un “concorso per 1.148 allievi agenti” per sopperire alla carenza di organico. La prova scritta ha portato a una prima graduatoria tra gli oltre 40mila che si erano presentati. Una volta avviato lo scorrimento, sarebbe rimasta valida per tre anni, fino ad ottobre del 2020. I requisiti erano quelli di sempre: età inferiore ai 30 anni e licenza media. I primi 3.422 candidati sono già stati valutati per l’ammissione alla scuola allievi.
Il 29 maggio 2017, era stata nel frattempo approvata la legge sul riordino delle carriere che ha introdotto requisiti assunzionali di età non superiore ai 25 anni e il possesso del diploma d’istruzione secondaria superiore. Il combinato disposto delle due circostanze ha creato una zona grigia per i partecipanti al concorso in graduatoria ormai più di 700 giorni. Un emendamento a firma leghista a impegnato la polizia a dar seguito a quella graduatoria, anziché indire nuovi concorsi. Precisando però che dovrà tenere conto dei requisiti sopraggiunti in fatto di anzianità e titolo di studio.
Tutti i candidati di età compresa tra i 26 e i 30 anni e senza diploma superiore devono così essere espulsi dalla graduatoria già formata, con scorrimento in favore di chi ha avuto punteggi inferiori ma è allineato ai nuovi requisiti. Quel testo che riaccendeva la speranza è così diventato motivo di rabbia e disperazione. Probabilmente l’antipasto a una raffica di ricorsi. Con Salvini nel mirino di chi sognava di diventare un agente e ora si sente tradito.
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