Berlino ha sciolto le riserve: domani il parlamento tedesco darà il via libera alla Polonia per l’invio dei carri armati Leopard a Kiev, in Ucraina. Dopo diversi giorni di indecisione, e di pressioni da parte di mezza Europa, la Germania ha deciso di concedere al governo di Varsavia l’autorizzazione all’invio dei potenti panzer da guerra.
Perché la Polonia deve chiedere il permesso alla Germania per le forniture militari?
Tutti i Paesi che hanno acquistato o che fruiscono dei potenti carri armati tedeschi Leopard, devono chiedere un permesso formale alla Germania prima di poterli inviare in un altro Paese. E così ha dovuto fare la Polonia, che però si aspettava un atteggiamento meno ostruzionista da parte di Berlino.
Le dichiarazioni del premier polacco, Mateusz Morawiecki, arrivate in mattinata e registrate dal Guardian, davano segnali poco chiari: “Spero che questa risposta dalla Germania arrivi presto, perché i tedeschi stanno ritardando, schivando, agendo in un modo che è difficile da capire”. In un’intervista alla televisione francese, infatti, la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, aveva detto che nel caso di una richiesta formale, il suo governo non si sarebbe opposto.
Quello che non era chiaro era con quali tempi. Stamattina, infatti, la Polonia ha messo in pratica l’invito, ma le risposte tardavano ad arrivare.
I Leopard tedeschi e il rischio di allargamento del conflitto
Dal vertice Nato a Ramstein, comunque, la Germania si era già detta possibilista venerdì scorso circa l’invio delle sue armi, ma avrebbe dovuto fare un inventario. Agli alleati questo era sembrato un modo per temporeggiare, nonostante i tedeschi siano i principali fornitori di armi all’Ucraina.
In questa esitazione si è inserita la voce di Mosca. Sergej Lavrov, ministro per gli Affari esteri, ha dichiarato da una conferenza stampa in Sudafrica: “La guerra della Russia con l’Occidente non è più ibrida, ma quasi reale. Devono capire che più a lungo rifiutano i negoziati, più difficile sarà trovare una soluzione» alla guerra. Noi non rifiutiamo i negoziati”.
I timori tedeschi di un’escalation, dunque, sono ben fondati. Forse Berlino ha esitato per ottenere delle rassicurazioni in merito alla sua decisione.