In Spagna per colpa dell’emergenza coronavirus, la gran parte degli interventi dei vigili del fuoco è drasticamente cambiata: “Non ci sono più incidenti, non ci sono più infortuni, l’85% dei nostri interventi è per aprire le porte delle case dove le persone muoiono sole”, ha dichiarato Josè, un pompiere che lavora a Madrid. “Ci sono persone che sono sole, non sono ricoverate in ospedale, chiamano al telefono e viene detto loro di rimanere a casa e non fanno il test. Finiscono per morire senza cure”, ha spiegato il vigile del fuoco spagnolo. Contattati da familiari o amici preoccupati delle mancate risposte alle telefonate da parte dei malati in casa di coronavirus, i pompieri spagnoli intervengono per “sfondare” le porte delle abitazioni e spesso si trovano davanti cadaveri. “Non c’è mai stata una crisi simile a questa – ha proseguito Josè – è la più grande rottura nella vita delle persone. Forse solo la guerra è simile a ciò che stiamo vivendo”.
Il sistema sanitario spagnolo sta d’altronde accusando pesantemente i colpi inferti dalla pandemia: oltre 13mila vittime confermate dai dati diffusi dal ministero della Sanità e superata l’Italia nel numero dei contagi. I casi di persone contagiate in Spagna sono infatti oltre 135mila.
Ma la difficoltà principale che sta affrontando la nazione iberica è proprio quella relativa alle cure: pochissimi posti disponibili negli ospedali. E così c’è chi, la Catalogna ad esempio, pensa che non sia proprio possibile ricoverare tutti gli infettati che avrebbero bisogno di assistenza. Un dramma nel dramma.
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