In Italia, l’Antitrust, in collaborazione con il nucleo speciale della Guardia di Finanza, ha recentemente avviato un’indagine su Poste Italiane, concentrandosi sull’uso esclusivo degli uffici postali e della rete di distribuzione per promuovere le offerte di Poste Energia. Questa strategia potrebbe rappresentare un indebito vantaggio competitivo, violando le normative sulla concorrenza e il mercato. Il cuore dell’indagine è determinare se l’approccio di Poste Italiane costituisca un abuso della sua posizione dominante, dato il suo ruolo di fornitore esclusivo del servizio postale universale.
Il procedimento istruttorio dell’Antitrust si basa sulle segnalazioni di due importanti società energetiche, A2A e Iren, che hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla possibilità di accedere alla rete postale per promuovere i propri servizi energetici. In particolare, da quando Poste Italiane ha esteso la sua attività al settore energetico all’inizio del 2023, queste aziende hanno cercato, senza successo, di utilizzare le risorse messe a disposizione per PostePay, al fine di commercializzare le proprie offerte energetiche.
L’Antitrust esaminerà se l’esclusione di A2A e Iren dall’accesso a tali risorse costituisca un vantaggio competitivo indebito per PostePay, potenzialmente in grado di distorcere la concorrenza in un mercato già caratterizzato da intense dinamiche concorrenziali, specialmente in seguito alla liberalizzazione del mercato dell’energia.
Questa indagine giunge in un momento critico per il mercato dell’energia italiano, che sta assistendo alla transizione verso la fine dei regimi di tutela per la fornitura di energia elettrica e gas, creando un ambiente altamente competitivo dove gli operatori sono incentivati ad attrarre clienti. La questione sollevata dall’Antitrust evidenzia l’importanza di garantire condizioni di mercato eque e aperte, in cui nessun operatore possa beneficiare indebitamente della propria posizione o risorse esclusive a discapito della concorrenza e dei consumatori.
Le implicazioni di questa indagine potrebbero estendersi ben oltre il caso specifico di Poste Italiane, segnando un precedente importante nella regolamentazione dell’uso delle infrastrutture di servizio pubblico per attività commerciali diverse, e nel garantire che il mercato energetico rimanga equo e competitivo per tutti gli operatori coinvolti.