Un vertice mascherato da pranzo quello voluto dal Quirinale e che però non ha dato i risultati sperati, con voci non molto rassicuranti in vista del prossimo incontro con il Capo della Commissione europea: “Se l’Europa non si mette una mano sulla coscienza non ce la faremo mai. Soprattutto, per noi è politicamente insostenibile scendere all’1,9% nel rapporto Deficiti/Pil come la Commissione sta informalmente facendo sapere”. A riportare le indiscrezioni è Dagospia.
Sembra sempre più duro per il governo di Roma evitare la procedura d’infrazione soprattutto se si tiene conto che al pranzo erano presenti tutti quelli che contano tranne Salvini, che si trova in Israele (da Mattarella erano presenti il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Moavero Milanesi, Giovanni Tria, Paolo Savona, Elisabetta Trenta e Giancarlo Giorgetti). La deadline del governo italiano, discussa e “messa nero su bianco” prima del Consiglio dei Ministri è quella di non scendere sotto al 2% ma di restare tra il 2 e il 2,1% del rapporto Deficit/Pil.
Il problema però è che la Commissione europea chiede molto di più e proprio in queste ultimissime ore ha fatto sapere che potrebbe scendere addirittura all’1,8%. Al di là dell’ottimismo di facciata sventolato da Giuseppe Conte, la partita con la Commissione europea sarà dura.
Anche il Capo dello Stato non ha perso occasione per esternare tutta la sua preoccupazione per la fase turbolenta che il Paese sta vivendo, con il rischio di ulteriori enormi problemi sui mercati nelle prossime settimane se la Ue dovesse decidere per la procedura d’infrazione il 19 dicembre.
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