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Salvini detta, Foa esegue. Il presidente Rai contro Fazio: “Costa troppo, ha perso carica innovativa”

Il presidente della Rai, Marcello Foa, segue la linea di governo e si scaglia ancora contro Fabio Fazio. La Rai è sempre più al centro dello scontro politico. Dopo l’attacco del vicepremier Matteo Salvini, la Lega boicotta la trasmissione di Fazio, e il presidente della Rai, a ruota, definisce il compenso del presentatore “molto elevato, al di sopra di qualunque valutazione di merito sugli ascolti. Nella Rai del cambiamento, rispettosa del canone pubblico, è chiaro che, per quanto vincolato da un contratto che la Rai naturalmente deve rispettare, si pone un problema di opportunità”, dice Foa.

La Lega avverte che “nessun esponente della Lega sarà ospite di Fabio Fazio, e non lo sarà finché non sarà tagliato il vergognoso stipendio milionario del fazioso conduttore. Contiamo che il Parlamento approvi al più presto la proposta di legge della Lega che rivede i contratti e gli stipendi della tv pubblica”.

“Tagliare i superstipendi in Rai è una battaglia che portiamo avanti praticamente da sempre, Fazio sicuramente ma anche Bruno Vespa”, replica Gianluigi Paragone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Vigilanza Rai, mentre il deputato Pd Filippo Sensi, ex portavoce dei premier dem Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, parla di “una spudorata, intollerabile intimidazione della Lega a Fazio. In linea con i suoi alleati di governo”. Foa fa la parte e fa finta di spiegare.

Dice che del caso Fazio si sta occupando l’amministratore delegato Fabrizio Salini, ma ricorda che la trasmissione ‘Che tempo che fà “va in onda da 16 anni, non ha più quella carica innovativa che forse aveva all’inizio e non ha portato aumento degli ascolti a Rai1”. Replica il senatore Pd Francesco Verducci, della Commissione Vigilanza Rai, dicendo ciò che appare ormai evidente a tutti: “Salvini dà la linea, e Foa esegue. Peccato che l’innovazione che Foa sta portando avanti su mandato di Salvini stia sfasciando la Rai”.

Al centro delle polemiche resta anche il caso del servizio dedicato alla commemorazione di Predappio che ha portato alle dimissioni del caporedattore della Tgr Emilia Romagna, Antonio Farnè. Daniela Santanché, candidata alle Europee con Fratelli d’Italia, chiede “come mai a pagare sia solo il giornalista della Tgr che si è dimesso mentre a livello nazionale Rainews può mandare in onda lo stesso servizio e non succede nulla?”. Le verifiche in corso a Viale Mazzini si allargano in realtà anche a Rainews: l’ad Fabrizio Salini ha chiesto una relazione al direttore Antonio Di Bella.

Il Cdr della testata parla di “errore – dovuto a svista e non certo a una scelta editoriale – tempestivamente segnalato alla direzione. Il direttore ha ribadito il profilo antifascista della testata”. “È una notizia che in un giornale vale 30-40 righe, in un telegiornale locale un servizio da 10-20 secondi. In questo caso c’è stato un eccesso di copertura, troppo spazio, una sproporzione. C’è stato un errore”, commenta il presidente della Rai.

 

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