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Zinga stai sereno! Primarie, ecco il ‘biscottone’ di Renzi per tenersi il PD. Strategia ‘geniale’

Secondo qualcuno c’è una strategia segreta di Renzi per fregare Zingaretti. E così si spiegherebbe il motivo per cui l’ex presidente del consiglio ancora non se ne è andato dal partito fondando un movimento tutto suo visto che, da quel che si apprende, tutti quanti imputano a lui la crisi del PD e le continue lotte intestine. Renzi si è dimesso da tutto, da presidente del consiglio (e intanto in molti dicevano che Gentiloni era solo un suo prestanome) e si è dimesso da segretario (anche se in molti dicono che continui a tenere lui il pallino del gioco): le primarie rappresentato ora una svolta, quindi.

Sono il duello finale da Far West per capire da che parte andrà il partito e per capire se l’influenza di Renzi sarà ancora forte, oppure se con una eventuale vittoria di Zingaretti si sposterà l’asse. Ma queste non sono di certo le primarie che aveva immaginato Nicola Zingaretti… Pensava che, essendo partito prima degli altri, sarebbe stato tutto molto più facile. E invece…

Con la discesa in campo di Marco Minniti, Maurizio Martina e Matteo Richetti (che all’ultimo si è sfilato dalla corsa per appoggiare Martina, appunto…) le cose per il Governatore del Lazio si sono maledettamente complicate. È vero, i sondaggi lo danno in testa, ma non basta. Rischiano di diventare carta straccia se la strategia a tre punte di Matteo Renzi dovesse andare in porto. Insomma, per Nicola Zingaretti il “biscotto” è pronto. Tanto che, dalle parti del Governatore proprio in queste ore stanno cercando di riesumare un’idea già circolata qualche settimana fa: un patto tra i leader per far sì che chi vince ai gazebo diventi automaticamente segretario, senza necessità di superare il quorum.

Ma a questo punto sembrerebbe troppo una norma “ad personam” dato che nei principali sondaggi Zingaretti è avanti a Minniti anche se molto al di sotto della soglia “vittoria” del 51%; gli altri tre candidati, invece, sotto la regia di Matteo Renzi, unendosi porterebbero Marco Minniti a vincere la successiva Assemblea. In questa sede, secondo fonti del Nazareno, Zingaretti si attesterebbe intorno al 40% mentre l’ex Ministro dell’Interno supererebbe agevolmente il 45%.  

Anche gli incarichi figli del “biscotto” sarebbero già pronti: Minniti Segretario Pd, Maurizio Martina Vice Segretario, Matteo Richetti capo della segreteria politica. Ma nel Pd in queste ore si sta aprendo anche un altro fronte: quello dell’affluenza. Se l’ultima volte alle primarie di partito parteciparono quasi due milioni di persone, stavolta, fonti parlamentari Pd sperano che i votanti siano almeno un milione: è questa la “condicio” per avere un segretario forte.

Sotto questa soglia le primarie sarebbero un mezzo flop. “Il rischio concreto”, spiegano dal Nazareno “è che ci si fermi ben al di sotto del milione di voti auspicato”. Numeri bassi che, si dice, potrebbero favorire ulteriormente la strategia Congressuale di Matteo Renzi forte del controllo pressoché totale dell’apparato PD. Sono solo malelingue o Renzi ha improntato davvero questa strategia? Staremo a vedere.

 

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