Di sicuro non si è vinto, magari non si perso del tutto. Le analisi in casa Pd il giorno dopo le elezioni regionali in Basilicata sono più o meno di questo tipo. Incerte, a tratti un filino grottesche. Con Zingaretti che si è detto comunque soddisfatto di un risultato che incorona i dem come vera alternativa a Salvini. Senza commentare, però, il dato impietoso che vede la sinistra perdere una regione governata ininterrottamente per 24 anni e ora finita in mano al centrodestra.
Fonti dem fanno notare attraverso l’Huffington Post il bicchiere mezzo pieno: le quattro liste civiche di ispirazione democratica a sostegno di Carlo Trerotola, all’interno delle quali si sono candidati esponenti del Pd e civici, ottengono complessivamente oltre 63.000 voti validi per una percentuale complessiva del 23,1% per un totale di 650 sezioni scrutinate su 681, battendo in maniera inequivocabile il M5S fermo al 20,40% e la Lega al 19,19%. “Complessivamente il centrosinistra, relativamente alle politiche del 2018, fa un balzo in avanti di 7 punti percentuali”.
“Abbiamo perso dignitosamente” è la sintesi del candidato governatore del centrosinistra, Carlo Trerotola. L’ala renziana, però, non ci sta. Anna Ascani ha finito per paragonare il Pd a Toto Cutugno, eterno secondo del Festival di Sanremo, chiedendosi “quanto a lungo andremo avanti esultando per dei secondi posti”.
Gli fa eco Luciano Nobili: “Da quando @matteorenzi si è dimesso abbiamo perso Friuli, Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Trento e Bolzano. Ma il problema era il carattere di Renzi, ovvio. E finalmente oggi, senza di lui, tutti felici per il secondo posto in Basilicata: felici e perdenti”. I nostalgici dell’ex premier, insomma, non ci stanno e vanno già all’attacco del nuovo corso zingarettiano. Quello che, al momento, si dice soddisfatto di arrivare subito dopo i primi.
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