Un’altra, allarmante notizia mette a rischio la “rivoluzione Green” voluta a tutti i costi dall’Unione Europea. Non solo, infatti, i costi per l’avvento dell’auto elettrica sul mercato europeo si stanno rivelando molto più alti del previsto. Ma col passare delle settimane, continuano a insorgere ulteriori problemi: prima gli allarmi sul rischio incendio delle vetture, ancora non confermati dagli esperti ma già forti sui social, ora la notizia del pericolo privacy alle colonnine per la ricarica. Come riportato dal giornalista Nicola Porro, uno studio dell’azienda Hwg ha infatti evidenziato i rischi per la sicurezza informatica quando ci si avvicina alle postazioni: “Ogni colonnina di ricarica rappresenta un endpoint dell’ecosistema IoT, ovvero un oggetto connesso alla rete, che può essere utilizzato come porta di ingresso per i cybercriminali”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un pirata informatico particolarmente abile potrebbe, secondo l’azienda, controllare da remoto una colonnina di ricarica e accedere all’account dell’utente e, da lì, entrare nell’app con cui gestisce il rifornimento della sua vettura. Questo potrebbe permettere ai criminali di accedere ai dati personali dell’utente e, in casi estremi, di richiedere un riscatto per poter accedere di nuovo al dispositivo. (Continua a leggere dopo la foto)
Finora le violazioni segnalate sono state relativamente poche, ma sono stati comunque registrati vari episodi. A febbraio, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le stazioni di ricarica lungo una delle principali autostrade russe sono state chiuse e gli schermi hanno iniziato a visualizzare slogan pro-Ucraina. Ad aprile, i caricabatterie pubblici dell’isola britannica di Wight sono stati violati per visualizzare materiale pornografico sui loro schermi. (Continua a leggere dopo la foto)
Non solo. Sempre stando a Hwg, alcuni pericoli riguarderebbero direttamente le auto elettriche. Le vetture dell’azienda americana Tesla, che sta facendo da pioniere con la funzione di guida automatica, sono state prese di mira da ricercatori informatici per osservare quali implicazioni possono verificarsi. I ricercatori dell’Università israeliana Ben Gurion sono riusciti a manometterne la modalità, facendo lampeggiare le immagini dei cartelli stradali proiettati da un drone e cambiando la direzione dell’auto.