di Nicola Iuvinale
Il Premier Draghi sta pensando alla cancellazione del bonus perché non in linea con le direttive UE sul Recovey plan. Il bonus cashback è una misura sulla quale il precedente esecutivo ha investito circa 4,5 miliardi di euro in tre anni ed è, “formalmente”, destinata ad incentivare la spesa degli italiani presso i negozi fisici, per cercare di contrastare la crisi economica del commercio innestata dalla pandemia.
Il suo funzionamento è semplice: raggiunto un certo numero di operazioni di pagamento “tracciate” si ha diritto all’accredito di una somma da parte dello Stato. La misura, però, nasconde la sua reale finalità: quella di combattere l’evasione fiscale riducendo i pagamenti attraverso l’uso della moneta contante. Infatti, subito dopo l’adozione del bonus cashback è arrivato pure il richiamo formale della Banca Centrale Europea che ha ribadito il ruolo fondamentale del contante per l’economia del paese e la prerogativa della BCE sulla politica monetaria nella zona euro.
Recentemente anche la Corte di giustizia dell’Unione europea ha riaffermato che il pagamento in contanti non può essere sostituito da mezzi elettronici obbligatori, salvo casi eccezionali. Non che la lotta all’evasione sia sbagliata. L’Italia da anni adotta misure per la riduzione del contante nelle transazioni, investe parecchio sulla lotta all’evasione fiscale e dispone anche di sistemi informatici raffinatissimi. Ma sarà anche per colpa di una burocrazia inefficiente che i risultati non sono molto soddisfacenti.
Negli ultimi giorni, poi, il Premier Draghi, impegnato con il Governo nella riscrittura del Recovery plan, sta pensando alla cancellazione dei vari bonus, tra i quali anche il cashback, ritenuti non in linea con le specifiche direttive europee. I 4.5 miliardi destinati al bonus non garantirebbero la crescita del PIL e quindi non in linea con le direttive UE e con la politica monetaria della BCE. Dovrebbero, invece, essere investiti dall’esecutivo nel nuovo Recovery plan per altri progetti, finalizzati alla crescita reale dell’economia.
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